TERRORE E FOLLIA LUNGO LE VIE D’AMERICA

Al Kenner è rinchiuso in un carcere degli Stati Uniti da moltissimo tempo. E’ un assassino efferato, ma fuori dal comune. E ce lo presentano come lettore ad alta voce per i non vedenti…intrigante vero?

Riceve due tipi di lettere. Le più frequenti sono ringraziamenti da parte dei suoi ascoltatori. (…) Ringraziano per la cura che pone nella lettura dei libri, per la sua intonazione che, dicono alcuni, non ha nulla da invidiare a quella insegnata all’Actor’s Studio. Lui apprezza il complimento pur non amando gli attori. Non si fida di chi, di mestiere, finge di essere qualcun altro. Prima o poi finisce per perdere la propria identità. (n.b. traduzione dal francese della sottoscritta)

Anaffettivo, asociale e lucido (a modo suo, ma piuttosto convincente), Al racconta la propria vita seguendo il fiume gelido dei ricordi, tagliente e preciso come un chirurgo. Ha ucciso per togliersi davanti un ostacolo, ha spostato un masso che gli ostruiva il cammino, ma di quale cammino si tratti, questo neppure lui lo sa.

Al Kenner utilizza la sua notevole intelligenza per sezionare con ferocissima ironia le persone che lo circondano, riducendole nella sua mente (ma chiediamoci se è davvero solo nella sua mente) ad ammassi gelatinosi senza identità e nella sua solitudine cosmica gode veramente solo quando inforca una grossa moto e subisce la carezza ruvida del vento; cosa che, date le circostanze, gli è capitato davvero di rado.

Marc Dugain ha scritto (benissimo) l’epopea americana al contrario: i grandi spazi soffocano il suo protagonista anche se li cerca come una medicina che non gli fa effetto, qualsiasi avvenimento politico o sociale gli è indifferente, le persone attorno a lui si agitano come formiche pronte ad essere schiacciate. Oregon, Montana, California sono parole prive di spessore: l’America o la Luna per Al Kenner sono davvero la stessa cosa.

E’ difficile comprendere l’immensa solitudine di chi non concepisce il prossimo e ci si sente sollevati a non essere nella sua pelle.

Un libro davvero sorprendente, scritto con mano sicura e scavando in profondità nell’animo umano; mi ha ricordato A SANGUE FREDDO di Truman Capote, con una potente iniezione di Stephen King. Credetemi, non potrete abbandonare questo racconto fino all’ultima riga.

E dopo, sarà lui a non lasciarvi più.