Una fatale melodia

Una fatale melodia

DA CABOT COVE A NASHVILLE CON JESSICA FLETCHER

Cabot Cove, una sera qualsiasi al CCC, il Cabot Cove Cares, comitato fondato da alcuni illustri abitanti del posto per raccogliere fondi da destinare al sovvenzionamento di giovani di belle speranze ma senza grandi risorse economiche.

A esibirsi sul palco c’è Cindy Blaskowitz, astro nascente della musica country in procinto di partire per la mitica Nashville – tempio del country a stelle e strisce – proprio grazie a una borsa di studio offertale dal comitato.

Sedute a un tavolo nei pressi del palco ci sono la madre di lei, la forte Janet dal cuore debole, che ha tirato su da sola le quattro figlie dopo la morte dell’amato marito Gabriel in un incidente sul lavoro, e Jessica Fletcher, orgoglio e vanto della comunità locale, scrittrice e giallista di successo nonché amica di famiglia presente allo spettacolo per festeggiare l’imminente partenza di Cindy verso il suo – si spera – radioso futuro e anche un po’ per cercar di tranquillizzare la mamma apprensiva, in comprensibile ansia per la prima delle figlie che lascia il  nido.

Tutto sembra andare per il meglio, comunque, finché all’improvviso non arriva a Cabot Cove la notizia che Cindy è stata arrestata (dopo una fuga di tre giorni in cui non si sa bene cosa abbia fatto) per l’omicidio di Roderick Marker, produttore discografico e pezzo grosso locale col quale la ragazza aveva preso contatto per cercar di piazzare le sue canzoni e che sembra avergliene rubata una, la più bella e sentita, per affidarla a un’altra cantante meno alle prime armi e quindi più sicura dal punto di vista dell’investimento economico.

Almeno, questo è quanto aveva confidato Cindy alla madre e a Jessica in una lacrimosa telefonata da Nashville poco prima di scomparire.

Una volta rintracciata dalla polizia, la giovane viene quindi accusata dell’omicidio del produttore: non solo, infatti, sembra avere un ottimo movente (la rabbia per essersi vista defraudare della propria miglior composizione a vantaggio di un’altra ragazza) ma s’è pure concessa una nutrita serie di errori che cospirano tutti nel farla apparire colpevole, come farsi sorprendere dalla guardia della sicurezza con in mano il trofeo insanguinato usato come arma del delitto o darsi alla fuga dopo il fatto.

Jessica decide quindi di partire per Nashville per offrirle il suo sostegno e, naturalmente, per cercar di capire cosa sia realmente accaduto e chi sia il vero assassino di Rod.

Comincia così Una fatale melodia (ma molto bello è il titolo originale, Nashville Noir, canzone di David A. Stewart citata per esteso nel testo), ultima fatica di Jessica Fletcher, altrimenti nota come La Signora in Giallo, autrice di numerosi libri di successo nonché protagonista dell’omonima serie televisiva interpretata da Angela Lansbury.

Sullo sfondo la fascinosa, ruvida Nashville, con la sua economia che gira tutta intorno alla musica come quella di Los Angeles gira intorno al cinema, le sue chitarre alte due metri davanti agli studi discografici, le pensioncine malandate e gli alberghi di lusso, le stazioni di polizia e i concerti nei pub, le sale di registrazione e i cronisti d’assalto, gli uomini in stivali da cowboy e le signore col rossetto scuro, le ragazzine ambiziose e le segretarie represse.

In quest’ambiente del tutto nuovo per una yankee del Maine, come Jessica viene subito protocollata dai locali, la scrittrice nonché investigatrice dilettante (ma neanche poi troppo) cercherà di venire a capo della matassa e di scagionare la piccola Cindy mettendo alle strette – anzi, diciamocelo, dando il tormento a – tutta una serie di riusciti personaggi minori e non: dalla compagna d’appartamento della ragazza, la sgradevole Alicia dall’incoercibile propensione alla menzogna, all’irresistibile signora Granger, l’affittacamere dal passato di cantante che regala a Jessica il suo primo cappello Stetson bianco (“così sembri proprio una signora del Sud”); dallo sfuggente chitarrista Wally Brolin, che sembra aver protetto la fuga di Cindy per motivi non facilmente comprensibili, alla vedova non certo inconsolabile del produttore, senza dimenticare il figlio rancoroso di quest’ultimo e l’ex socio non proprio al di sopra di ogni sospetto…

Alla fine, naturalmente, gli innocenti saranno scagionati e la verità ristabilita: e Cindy avrà imparato che “Talvolta è pericoloso volere qualcosa a tal punto / Che non sai cosa saresti disposta a fare / Un leggero brivido lungo la schiena / E non sai se di piacere o di paura / Quando l’uomo dice “Ragazzina, farò di te una stella” / E hai un piccolo assaggio della Nashville Noir…” (D. A. Stewart).

Traduzione: Barbara Murgia

Edizione: Sperling & Kupfer
Anno: 2018