MARINA BERTAMONI CERCA NELLE FORMICHE LA SUA PROTAGONISTA

“La pazienza della formica” è il terzo capitolo della serie ideata da Marina Bertamoni con protagonista Luce Frambelli.

Questo episodio è sotto diversi aspetti un punto di svolta, in cui l’autrice si dimostra più abile che mai a intrecciare il corso dell’indagine con i cambiamenti nella vita della spigolosa ispettrice. Questo caso “a doppio binario” sarà infatti il motore con cui prenderanno il via molti sentimenti destabilizzanti, che renderanno l’ardita poliziotta un po’ più vulnerabile rispetto ai romanzi precedenti.

Il primo grande cambiamento nel mondo di Luce è l’arrivo del nuovo capo. Da una parte il suo insediamento fa male, perché le rinnova la consapevolezza della tragica perdita del suo predecessore; dall’altra le risulta decisamente scomodo, perché l’atteggiamento di Rossano Bentivoglio è irritante non solo per lei, ma anche per il resto della squadra. Troppo imperscrutabile il suo carattere, troppo vicini alle fiction americane i suoi metodi investigativi.

Il nuovo vicequestore è però una personalità ben più complessa di quello che i suoi sottoposti immaginano. E sarà proprio Luce a comprenderne per prima l’intelligenza e l’intuitività. I due si studieranno, si scontreranno, ma alla fine sarà inevitabile riconoscere l’uno il valore dell’altra, pur continuando a mantenere le distanze di sicurezza a cui le persone diffidenti non sanno rinunciare.

Il secondo grande cambiamento riguarda il collega Fabrizio Calligaris, che per due episodi, spinto da un forte sentimento mai confessato, ha subito le lune e i toni sgarbati di Luce.

Ora il giovane scopre di poter amare al di là di Luce e inizia a mettere dei paletti. Il che non vuol dire che  non si sentirà più turbato irritato e ferito da certi comportamenti, ma gli faranno meno male, perché ha un’altra a cui pensare. E questo nuovo atteggiamento aprirà una breccia nell’animo di ghiaccio delli’ispettrice perché, per quanto provi a girare la testa, l’allontanamento di Fabrizio le brucia.

La nostra Frambelli e quindi meno dura e severa che negli altri capitoli della serie, ma non meno intraprendente. Al contrario. Proprio in questa indagine, fare di testa propria diventerà la regola. Gli eventi lo richiederanno e Luce non si tirerà indietro, mettendo a rischio la propria vita e il tesserino.
Ma alla fine mostrerà di aver ragione e il suo intuito sarà premiato dai colleghi.

Concludo dicendo che forse ad alcune lettrici mancherà la presenza di Angelo di Dio. L’affascinante scrittore si dimostrerà infatti utile per porre un tassello in più nella ricerca delle origini di Luce, resa più inquietante da un’ombra minacciosa, ma le sue apparizioni sono di sicuro un po’ sottotono. Probabilmente perché in questo romanzo Marina Bertamoni ha avuto l’esigenza di porre il massimo dell’attenzione sulla “pazienza da formica” che forgia l’anima della protagonista. E lo ha fatto con la sua prosa scorrevole e limpida, che fa anche di questo ultimo romanzo una piacevolissima lettura.