
QUANDO TI STRAPPANO L’ANIMA
di BARBARA MONTEVERDI
Rachel è rimasta sola. Niente marito, né figli, tutti spariti in un soffio e lei è rimasta a osservare la sua vita ridotta in brandelli, sopportando malamente la pietà altrui, di cui farebbe volentieri a meno.
La storia del tentativo di recupero di una donna prosciugata dal dolore e rosa da una rabbia non dichiarata è straziante e tutt’altro che lieve. Qui si parla di una madre vedova dei propri bambini, c’è veramente poco altro da dire e ogni pagina è una specie di lastra metallica ardente poggiata sul cuore.
Detta così sembrerebbe una rinuncia: lasciate perdere, c’è il rischio di entrare in depressione. Invece no, se avrete la forza di accompagnare la protagonista lungo il suo cammino di faticosissimo recupero, scoprirete alcune cose (anche di voi stessi) che potrebbero tornarvi utili in questa esistenza sempre piena di sorprese, non necessariamente gradevoli.
La prima cosa che mi ha colpita, oltre alla forza d’animo della protagonista, sono i dialoghi chiari, netti, senza fronzoli. Di solito rappresentano il dente cariato di un romanzo, sono difficili da rendere naturali e hanno spesso l’aria di essere stati clonati da qualche altro scritto. Claire Gleeson, invece, presenta delle conversazioni estremamente spontanee, riesce a dare il tono giusto – spesso ritroso e imbarazzato, scarno ed essenziale -, proprio quello che si usa quando non si vuol essere invadenti, ma neppure banali.
E qui le difficoltà di esprimersi vengono sia da Rachel che da chi la circonda, perché la situazione è quella di un prezioso bicchiere di cristallo pieno di crepe, in procinto di sgretolarsi. Un esempio è quello dell’incontro tra le sorelle, Rachel e Rebecca, che conversano nel patio della casa di Rachel. E’ un po’ lungo, ma rende molto bene l’idea.
“Quando mi permetterai di venirti ancora per casa?” (…) “Cosa intendi, scusa?” “E dai, Bec” Rachel si inchina verso la sorella che sta guardando in fondo al giardino “Non vengo a casa vostra da mesi. Ogni volta che la butto lì, trovi sempre una scusa” (…) “Scusami, non me ne ero resa conto. Non l’ho fatto apposta.” “Figurati. Non sono arrabbiata. Capisco bene, sai. Ma non possiamo continuare così per sempre. Non ho paura di vederli, Rebecca, vedo bambini tutto il tempo. Che tu ci creda o no, voglio bene ai tuoi figli, mi mancano.” Dopo un lungo silenzio, Rebecca risponde. La sua voce è bassissima “Non ho paura che tu li veda. Non è questo.” “Che cos’è, allora?” Bisogna riconoscere a Rebecca, come penserà Rachel con un’ammirazione riluttante e l’amaro in bocca, che la sua voce non trema “Ho paura che loro vedano te.”
Terribile, ma vero. Come cambia, anche fisicamente, nello sguardo, nella mascella più rigida, nella posizione delle spalle, una persona lacerata? Che abissi vedono, gli altri, in lei?
Ma il tempo passa e, questa la tesi dell’autrice, rattoppa gli squarci, aiuta a riprendersi; ci vuole molto – più o meno un decennio – ma si impara a convivere con le assenze.
Francamente, la fine mi ha lasciata perplessa, è un po’ troppo soft rispetto a tutto il dolore che è stato squadernato fin dall’inizio, però capisco che in qualche modo l’autrice doveva concludere il suo romanzo e ha deciso di farlo come suggerisce il titolo. Magari un maggiore sforzo di immaginazione avrebbe portato a un finale più sorprendente (e soddisfacente), ma la storia rimane interessante e i sentimenti descritti sono sempre profondi e realistici.
Direi che non è poco.
TRAMA
Rachel ha un marito, Tom, e due figli. La sua è la famiglia perfetta che ha sempre sognato di avere. Ma tutto è destinato a cambiare in un istante, quando un gesto di Tom annienta la vita che avevano costruito insieme, lasciando Rachel sola fra le macerie a cercare di capire che cosa è successo e soprattutto come continuare a vivere dopo quello che è successo. Claire Gleeson restituisce un primo piano potente su una relazione familiare difficile, sul sentimento di frustrazione che si prova di fronte alla sofferenza di chi si ama, sull’importanza di scavare nei ricordi alla ricerca di quelle piccole incrinature che erano passate inosservate, sulla fatica e il coraggio di sopravvivere a una crisi profonda. Il buio non è per sempre è un romanzo che avvolge il lettore, e che, pagina dopo pagina, lo fa entrare nel cuore e nella mente dei personaggi, nel loro dolore, nella loro luminosa speranza
Il buio non è per sempre
QUANDO TI STRAPPANO L'ANIMA di BARBARA MONTEVERDI Rachel è rimasta sola. Niente marito, né figli, tutti spariti in un soffio e lei è rimasta a osservare la sua vita ridotta in brandelli, ...