ROSSELLA DA NON DIMENTICARE

di ANTONIA DEL SAMBRO

Una giovane donna rimanda il suo sguardo dalla foto del suo libretto universitario.

Una ragazza all’apparenza come tante. Probabilmente con qualche sogno, sicuramente con tanta passione per la vita, di certo ancora inconsapevole del suo destino e del tempo che le rimane.

E sì, perché quella foto in bianco e nero di una giovane studentessa è tutto quello che rimane di Rossella Casini, uccisa dalla malavita, smembrata e data in pasto ai pesci.

Rossella ama Francesco e per questo amore assoluto e incondizionato è disposta a fare di tutto, anche a combattere i draghi più terribili e a farlo senza armatura.

Ma i draghi sono enormi, troppo più grandi e forti di una giovane ragazza innamorata, e la inceneriscono senza pietà. E l’Amore, quello incondizionato, con la maiuscola e senza paura, è una armatura solo emozionale che non ferma il fuoco e che non riesce a salvarla.

A salvarsi è solo una piccola foto su un libretto universitario e un sentimento che non può essere annullato, ucciso, smembrato o mangiato.

Clara porge a Elda uno zaino Invicta pieno di scritte e con un pupazzetto in tuta da idraulico appeso alla cerniera del tascone. È quello di Rossella ai tempi del liceo. Dentro ci sono un paio di cambi e un pigiama. Francesco poggia sul comodino la borsa con il cibo. C’è anche un sacchetto pieno di caldarroste.

Questo è solo uno dei passaggi in cui il lettore chiude il libro e si sofferma a pensare. Lo riaprirà presto per continuare una lettura che strazia e stringe il cuore e che lo pungola e lo scuote fino al più profondo dell’anima, come la perfetta arte del narrare dovrebbe fare sempre.

In passaggi come questi chi legge non può fare a meno di pensare che c’è stata una ragazza, una persona, che ha camminato su questa terra e che ha posseduto oggetti di uso comune come tante ragazze come lei, che ha avuto affetti e sogni e promesse e che per queste cose ha lottato, amato, sperato.

L’amore mio non muore è uno schiaffo in piena faccia. È strazio e lirismo. È la dimostrazione suprema della sopravvivenza del più nobile dei sentimenti a tutto.

E in questo lavoro di narrazione l’autore si fa anche artefice e maestro di speranza.

Un altro sentimento potente e pressoché indistruttibile che accompagna l’essere umano dalla notte dei temi: la speranza.

Se l’Amore non muore allora vale la pena sperare, lottare, soffrire e soccombere.

L’unica cosa che non si può accettare invece è l’oblio. La dimenticanza. Il nulla.

La storia di Rossella Casini è memento per non dimenticare. Mai. Al di là delle morte, del dolore, del sacrificio e di certa indifferenza umana. Perché se dimentichiamo Rossella la facciamo morire ancora e ancora. Ma soprattutto facciamo rivincere i draghi.

Roberto Saviano scrive questo libro come forse neppure lui pensava di essere in grado di fare e con un lirismo capace di essere perfetto controcanto poetico all’orrore della storia. Una scrittura diversa e nuova in cui la penna del cronista si nasconde e si appanna per diventare iato femminile, impulso muliebre, voce che si alza dalle profondità più recondite e oscure del mare. Laggiù, dove la giovane, coraggiosa e innamorata Rossella vive nel canto delle sirene e nella forza di un sentimento che neppure i draghi più terribili saranno mai in grado di mettere a tacere.

TRAMA

Rossella Casini ha poco più di vent’anni, è di Firenze, ha un padre e una madre affettuosi che non le fanno mancare nulla. La sua è un’esistenza tranquilla, anche se siamo nell’Italia del ’77, le piazze sono animate dalle contestazioni politiche, nelle strade si riversano rabbia, violenza, molta eroina. Ad agitare la vita di Rossella, da un giorno all’altro, ci pensa Francesco: lui è uno studente calabrese fuori sede. Il sentimento che nasce fra loro è qualcosa che nessuno dei due aveva mai provato. Trascorsi i primi mesi spensierati, Rossella scopre che la famiglia di Francesco è legata a una potente ’ndrina della Piana di Gioia Tauro. Durante una vacanza a Palmi, dove ha portato anche i genitori, assiste allo scoppio di una faida: un vortice di violenza che travolge tutto e tutti, dal quale Rossella sceglie di non scappare, almeno non senza Francesco. È convinta che il loro amore sia così potente da fermare la mattanza. Che sia il lievito necessario per cambiare il corso delle cose. Il 22 febbraio 1981 Rossella Casini sparisce misteriosamente dopo aver annunciato il proprio rientro a casa. Nessuno la rivedrà più. Sebbene il corpo non sia stato ritrovato, è riconosciuta dallo Stato come vittima di ’ndrangheta. Roberto Saviano ha scritto il romanzo della sua storia, un’avventura umana che strazia, ricolma d’amore, di violenza e di coraggio.