LOUBRY E LE ISOLE DELLA NORMANDIA

“La gente si ripara dietro alla parola pazzia quando non vuole o non può considerare una realtà fuori dall’ordinario.”

Seguendo la storia di Sandrine iniziamo un lungo viaggio nelle più oscure profondità della mente. Alla notizia della morte della nonna materna, la giovane giornalista parte per una minuscola isola sperduta nel freddo Canale della Manica per scoprire di più su questa donna misteriosa, della quale da anni la famiglia non ha notizie.

Sandrine si troverà così a confrontarsi con un terribile segreto che gli abitanti dell’isola custodiscono dal dopoguerra, e che sembra incatenarli per sempre a questo luogo e all’antica leggenda del Re degli Elfi. Da qui i misteri si moltiplicheranno come tante piccole matrioske, sfumando sempre più il concetto di “reale”.

Se il topos dell’isola lontana da tutto non è tra le più originali delle ambientazioni per un mistero (da Dieci piccoli Indiani a Lost, Shutter Island…), l’atmosfera fredda e rarefatta delle isole della Normandia è perfetta metafora della condizione cristallizzata nel dolore dei personaggi. Un dolore senza tempo, il quale “è un concetto variabile”, infatti scivoliamo senza difficoltà tra diversi piani temporali nel corso del romanzo.

Sandrine, attorno a cui la vicenda ruota, ma anche i bambini, nonostante il loro essere vittime, conservano un fondo di ambiguità e inquietudine che contribuisce a nutrire la tensione latente che pervade tutto il romanzo.

Jerome Loubry cattura con uno stile scorrevole e non troppo complesso. Continui colpi di scena portano il lettore a scendere, di boa in boa, sempre più a fondo nei labirinti della mente, nei rifugi che costruiamo da soli per proteggerci dal dolore più straziante e dal lutto. 

Avviso per i lettori: una volta che avrete iniziato questo romanzo, superata la prima parte più tranquilla e d’atmosfera, man mano che proseguirete non riuscirete a staccarvi dalle pagine fino ad arrivare allo sconvolgente finale. 

TRAMA

1986, Normandia. Sandrine Vaudrier, una giovane giornalista, apprende che la nonna materna Suzie, che non ha mai conosciuto, è morta e le ha lasciato in eredità tutti i suoi averi. Deve svuotare la sua casa, dove viveva da sola, su un’isoletta poco distante dalla costa atlantica. Quando arriva sull’isola, grigia e fredda, Sandrine scopre che è abitata solo da quattro anziani organizzati quasi in un’autarchia. Tutti descrivono sua nonna come una persona cordiale e affascinante. Tuttavia, l’atmosfera è strana in quel luogo… In poche ore, Sandrine si rende conto che gli abitanti nascondono un segreto. Qualcosa o qualcuno li terrorizza. Ma allora perché nessuno di loro lascia mai l’isola? Cosa è successo ai bambini del campo estivo chiuso nel 1949? Chi era veramente sua nonna? Sandrine verrà ritrovata pochi giorni dopo, a vagare su una spiaggia, con i suoi vestiti coperti di sangue che non è suo…

Traduzione: Luigi Maria Sponzilli