LA LUNGA SCIA DI SANGUE CHE CORRE LUNGO IL CARSO

di ANTONIA DEL SAMBRO

La Storia, la ricerca, la personale predisposizione allo studio dei dettagli fanno dei lavori letterari di Veit Heinichen delle piccole perle da conservare gelosamente nella propria personale libreria. 

Lontani parenti non fa eccezione e si conferma un giallo incastonato nella Storia. 

La storia intesa cosa disciplina scolastica e del sapere e quindi non un giallo storico ma un giallo che racconta eventi e fatti realmente accaduti in una terra di confine come Trieste che a sua volta come città ha una identità e una storia personalissime. 

La scia di sangue che parte dal lontano 8 settembre degli aspri e duri anni Quaranta di Europa non si è mai esaurita, forse rinsecchita, ma non è mai scomparsa e il vicequestore Proteo Laurenti se ne accorge immediatamente. Troppi morti ammazzati tutti con lo stesso modus operanti e tutti nello stesso territorio. 

Il suo istinto lo pungola come se fosse un randagio pronto ad azzannargli le caviglie e lui sa che anche se si mette a correre non gli può sfuggire. 

Proteo, però, non ha solo l’istinto dell’uomo di legge, perché quello alla fine ce lo ha ogni bravo sbirro, lui ha qualcosa in più: una conoscenza assoluta della città che lo ha adottato. 

Il vicequestore gira a piedi a Trieste e così facendo arriva a conoscerne alla perfezione ogni vicolo, eppoi a lui piace frequentare i locali, confrontarsi con gli avventori, fare il triestino prima ancora che il vicequestore. Ma in questa nuova avventura che lo mette di fronte a una serie di strani omicidi comprendere che deve fare qualcosa in più, devi studiare il passato. Solo così potrà individuare l’assassino. 

Insomma, una sorta di alter ego dello stesso autore che per scrivere Lontani parenti ha studiato la Storia italiana e anche quella triestina e si vede e si percepisce da mille piccole sfumature. 

Non è un giallo storico nella definizione più circoscritta e usuale eppure di Storia ce n’è eccome, insieme a una trama fascinosa e cupa e a una scrittura colta e raffinata. 

Un romanzo di genere perfetto che fa apprezzare ancora una volta un autore di nicchia come Veit Heinichen. 

TRAMA

Due uomini uccisi nel giro di poche ore, entrambi con una freccia tirata da una balestra professionale, ovviamente fanno pensare alla stessa mano. Ma quando gli omicidi vengono collegati ad altri avvenuti negli ultimi mesi in zone più o meno limitrofe, il caso si inserisce in un contesto politico e la prospettiva cambia. Con il progredire delle indagini, infatti, Proteo Laurenti e i suoi collaboratori capiscono che le cause della catena di delitti non devono essere ricercate tanto nel presente quanto nel passato, perché hanno avuto origine nella guerra, nell’occupazione tedesca dopo l’8 settembre, nella Risiera di San Sabba, nella Resistenza. Parallelamente il commissario capo deve fare i conti con la dimensione ben più privata della vita familiare e ingoiare due rospi a breve distanza l’uno dall’altro: Livia e Dirk hanno deciso di sposarsi – quindi è fatta, dovrà mettersi l’anima in pace e accettare l’idea di ritrovarsi in casa un genero tedesco – e Patrizia è di nuovo incinta, ma a quanto pare il padre non è il fidanzato Gigi, come sempre imbarcato su una nave.

Traduzione: Monica Pesetti