Le ombre della sera

Le ombre della sera

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Published: 07/11/2023

Format: Rilegato

ISBN: 9788811003175

GENOVA COSI’ AMATA, COSI’ SOFFERTA

di BARBARA MONTEVERDI

Il sottotitolo di questo noir dichiara perentorio trattarsi di un’indagine senza capo né coda, ma il capo ce l’ha eccome e le vicende si inanellano scorrendo avanti e indietro nel tempo come in un film.

Bacci Pagano è ormai una figura ben nota ai lettori di Bruno Morchio che in questo racconto dolente fa fare i conti al suo protagonista con concetti quali l’amicizia e la morte, l’amore e l’onestà verso se stessi prima ancora che nei confronti del prossimo, e da subito prende a narrare l’indagine postuma, molto postuma, attorno alla morte di un amico dei tempi del liceo con un tono piuttosto duro e conciso, come a non voler cedere alla commozione e al rimpianto.

A dire il vero, la scrittura di Morchio tiene il lettore un po’ sulle spine perché gli parla come se chi ha davanti non gli stesse molto simpatico e non lo considerasse neppure troppo sveglio, perciò: frasi brevi, chiare e spicce, che non abbiamo tempo da perdere.  Questa è l’impressione, e può risultare scomoda, ma siccome la storia è ben strutturata e Bacci Pagano è uomo dai sentimenti profondi e dalla memoria lunga, noi ci teniamo ben saldi e attenti perché la storia prende e vogliamo scoprire come andrà a finire.

Esattamente come il protagonista, che attinge ai ricordi come acqua da un pozzo e continua a rivangare nel passato (suo e di Cesare Almansi, il defunto) per trovare pace e verità.

Ora che ha riposato e recuperato le forze, sembra aver ritrovato l’appetito. Si siede e mentre spalma burro e marmellata di arance su una fetta di pane replica: “Sì, come è successo a Adele Semeria, a Gianni Coiro…”. “E a Cesare Almansi.” Solleva la testa e mi lancia un’occhiata che mi trapassa da parte a parte. “A proposito”, fa. “Questa storia è interessante, ma come diavolo può aiutarti a capire perché Cesare è morto?” Mi stringo nelle spalle e non dico niente. E’ la stessa domanda che mi sono rivolto anch’io.

Si capisce, a questo punto, dove il ruvido (e saggio) Morchio ci voglia portare. Ha trasformato un noir in una sorta di seduta di autocoscienza perché – attraverso le vicende e le ritrosie del suo protagonista – tutti noi ci si chieda quanto e perché abbiamo lasciato alle nostre spalle. E cosa fare, sempre che si sia ancora in tempo, per recuperare il passato perduto. Una mini-Recherche in salsa ligure? E perché no?

Solo che, invece di avere la voce vellutata di Proust che ci solletica orecchie e cervello, qui siamo scossi dall’essenzialità dello scrittore che ci rimprovera di essere tutti dei gran superficiali, e pure vigliacchetti nei rapporti interpersonali. Perché è evidente che Morchio non ci sta più, non ci sta solamente, raccontando una storia nera con un trio di morti accertate e una scampata per puro caso, ma ha deciso di togliersi parecchi sassolini dalle scarpe dichiarando la sua amarezza nei confronti dell’umanità.

E siccome vogliamo dimostrarci all’altezza, sebbene questo libro ci lasci perturbati e malconci dobbiamo riconoscere all’autore di aver fatto un gran bel lavoro, anche sotto l’aspetto umano.

Per grande scorno di chi pretende di trovare nelle storie (e nella vita) buoni e cattivi ben distinti e delineati: il nostro animo è troppo complesso per permetterci percorsi tirati col righello. E, probabilmente, è anche un bene che sia così.

TRAMA

È quasi mezzogiorno. Dalla porta filtra una luce incerta, nell’aria aleggia una vaga fragranza di aglio e basilico. Davanti a Bacci Pagano, questa volta, non siede una cliente qualsiasi: sprofondata nel divano c’è Katia Airoldi. Sono otto anni che i due non si vedono, precisamente dal giorno del funerale dell’amico di sempre, Cesare Almansi, morto in un incidente d’auto nel luglio 2015. Katia chiede a Bacci di tornare a indagare sulla morte del marito, con il quale aveva un rapporto burrascoso. Gli inquirenti, all’epoca, avevano escluso l’omicidio e la pista dell’attentato. Tragica fatalità? Suicidio? Non senza una certa riluttanza, Bacci è costretto a riaprire il libro del passato; per farlo, chiama a raccolta gli amici di oggi e di ieri: Giulia, la sua nuova, combattiva compagna; Pertusiello, alleato di tante avventure; e la figlia Aglaja, consulente letteraria d’eccezione. Comincia una ricerca che lo riporta indietro nel tempo, agli anni del liceo, del processo e del carcere, sulle tracce d’una amicizia interrotta per trentatré anni e poi ripresa in occasione della campagna elettorale che aveva aperto ad Almansi le porte del Senato. Sono voci lontane, ricordi soffusi di malinconia, ma qualcosa viene alla luce, qualcosa che illuminerà la natura delle relazioni di Almansi con le persone importanti della sua vita. Una verità con la quale anche l’investigatore dei carruggi sarà costretto a fare i conti. Bruno Morchio regala ai suoi lettori un nuovo romanzo della serie di Bacci Pagano. Un’opera matura che, riportando in scena personaggi e vicende di altri capitoli della saga, trascina il protagonista in un viaggio dentro sé stesso e lo induce a riflettere sull’amicizia, il passare del tempo, la vecchiaia, la morte, persino la sua stessa identità.

Ascolta e guarda l’incipit letto da Barbara:

4.8Overall Score

Le ombre della sera

GENOVA COSI’ AMATA, COSI’ SOFFERTA di BARBARA MONTEVERDI Il sottotitolo di questo noir dichiara perentorio trattarsi di un’indagine senza capo né coda, ma il capo ce l’ha eccome e le vicende si ...

  • Trama
    4.5
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    4.8

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