IL VALORE DELLE DONNE NEL DOPOGUERRA
“La bimba giaceva su un telo rosso in mezzo al prato, come una salma esposta al sole del mattino.”
Siamo in Germania nel 1962, Elke Zeisig nonostante l’avversione della mamma è riuscita ad entrare nella sezione femminile della polizia. La guerra è finita da un po’ ma il ruolo delle donne è ancora piuttosto marginale e anche la sezione femminile non gode di grande considerazione all’interno dell’ambiente maschile della polizia.
Fra l’altro, Elke è una donna e una poliziotta che non bada molto al suo aspetto estetico: il vestito che le cade male, le scarpe basse, le calze smagliate la contraddistinguono ma dotata di una forza di volontà non comune. Ma Elke a differenza di tante altre ha la patente e ciò è motivo di invidia anche fra le sue colleghe. Il Commissario Manschreck, in modo del tutto inaspettato e suscitando perplessità all’interno della cerchia dei colleghi, accorgendosi dello straordinario fiuto della signorina Zeisig decide di coinvolgerla nell’indagine.
Elke è’ solita collaborare con i servizi sociali ma questa volta viene chiamata ad affrontare un omicidio di una bambina, trovata scalza, su una sdraio rossa, che sta diffondendo un sentimento di tristezza, sbigottimento e repulsione nei confronti del genere umano capace di compiere queste atrocità. Nel frattempo nel quartiere di Schwabing, luogo della movida di quei tempi, si scatenano dei pesanti scontri con la polizia a cavallo e, come se non bastasse, l’apprensione e l’ansia che l’indagine così delicata attanaglia Elke, in uno di questi scontri è coinvolto persino Volker, il suo giovane fratello che improvvisamente scompare.
Altro interessante personaggio che si muove sulle scene di questa storia è Ludwig Maria Seiz, cronista di nera in cerca di notizie sensazionali. Il caso della bambina non sarà l’unico: in una notte di scontri che la Polizia fatica a contenere un’altra donna viene uccisa e ritrovata senza scarpe. Elke si ritrova nuovamente coinvolta nelle indagini. Un romanzo, che pare quasi un diario, che narra di ciò che accade in cinque giorni e sei notti.
Un romanzo che riporta il lettore indietro negli eventi storici e, nonostante, la Guerra sia finita da tempo si percepisce e si tocca con mano il sapore della Germania nazista. La storia ci fa fare un balzo indietro agli anni ‘60 in una nazione che usciva con le ossa rotta dalla seconda Guerra Mondiale e ci mostra il mondo femminile con tutte i limiti a cui era sottoposto. In particolare nell’ambiente della polizia, tipico ambiente maschile e maschilista, con regole ferree e forte discriminazione nei ruoli. Tuttavia la signorina Zeisig sa bene quello che vuole: noncurante della moda, poco attenta alla sua persona, ma con un fiuto sopraffino per le indagini e profonda conoscitrice dell’animo umano.
Nonostante la scelta controcorrente del tempo in cui vive, entra in polizia anche contro la volontà della mamma e il tempo le darà ragione: quella si rivelerà essere proprio la sua strada. E quando gli omicidi sembrano tutti risolti, l’autrice ribalta tutte le convinzioni con un colpo di scienza. Un romanzo contraddistinto da un ritmo piuttosto lento ma che, tuttavia, ha una trama avvincente densa di sentimenti onesti e vicende molto reali.
Piccola annotazione di carattere estetico: bellissima cover aderente alla storia narrata.
Traduzione: Anna Carbone
La signorina Zeisig e il caso della bambina scalza
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