LA GRANDE ABBUFFATA IN SALSA URUGUAIANA
Scrittura non certo sofisticata, ma appropriata al tono aggressivo, arrabbiato, da tacchi a spillo calati impietosamente sul piede dello scocciatore più prossimo.
Ursula Lopéz, la protagonista di questo thriller fuori dagli schemi, è una quarantenne taglia maxi, molto maxi, e la vive malissimo. Insieme ad altre cose.
E Irene, la zia Irene, la cara zia Irene, la zia vicina, la matrigna perfetta. Zia Irene, che ti prenda un colpo ovunque tu sia, spero stia marcendo all’inferno, che il diavolo arrostisca le tue carni ammesso che il diavolo o l’inferno esistano, ma temo di no, sono soltanto storielle per bambini, e allora tu, cara zia Irene, sei di sicuro nell’abisso del nulla, in quella implacabile infinità dell’eterno nel vuoto del non essere, inesorabilmente morta.
Il disagio fisico e mentale si aggrava quando viene coinvolta (a causa di una omonimia) in un rapimento e la sua vita esplode come un palloncino gonfiato all’eccesso. Ma chi è davvero Ursula? Non lo sapremo mai; così come non sapremo se è veramente obesa o se si sente tale, se il passato a cui va spesso la sua mente è esistito o è il parto di una fervida fantasia.
Il racconto non è limpido, sebbene segua una scansione lineare del tempo, pochi giorni in cui accade di tutto ma che ci lasciano la testa confusa ed incredula. La lettura è leggera, il tono a tratti spiritoso, eppure resta una sensazione di malessere, di incompiuto e incomprensibile. Probabilmente i personaggi avrebbero dovuto essere più delineati, avere una struttura maggiormente solida che giustificasse i loro comportamenti.
Invece si resta attoniti, fissi sull’ultima pagina aspettando una vera conclusione che chiuda il cerchio.
TRAMA
Úrsula López vive da sola a Montevideo, dove lavora come traduttrice; ha un rapporto complicato con i suoi chili di troppo che le pesano addosso in molti sensi e a volte la rendono insicura. La sua vita cambia all’improvviso quando riceve una telefonata anonima che la esorta a pagare il riscatto del marito Santiago Losada, un uomo d’affari rapito da una coppia di criminali travestiti da poliziotti. Ma quale marito? Úrsula capisce subito che hanno telefonato alla persona sbagliata, lei non si è mai sposata. Dopo aver riattaccato, invece di fare quello che farebbe chiunque, cioè denunciare l’accaduto alla polizia, decide di assecondare il rapitore, gettando le basi di un legame peculiare, tra l’empatia e un velato tentativo di seduzione. Naturalmente la nostra Úrsula, coinvolta per sbaglio nel rapimento, finirà per collegarsi con la sua omonima, la vera Ursula. Ma niente è come sembra e una serie di colpi di scena sorprendenti e imprevisti porteranno il lettore a un finale tutt’altro che scontato…
Traduzione: Pierpaolo Marchetti
Se volete sentire l’incipit letto da Barbara:
La donna sbagliata
LA GRANDE ABBUFFATA IN SALSA URUGUAIANA Scrittura non certo sofisticata, ma appropriata al tono aggressivo, arrabbiato, da tacchi a spillo calati impietosamente sul piede dello scocciatore più ...