Fortunato

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Published: 20/05/2021

Format: Brossura

ISBN: 9788894911718

SUSSURRI E GRIDA NELLA LOCRIDE

Castiglione, pensando a Fortunato, condivideva l’idea secondo la quale la storia dell’uomo è fatta da quella della sua libertà. La maggiore o minore libertà che gli individui hanno conosciuto nei secoli, con quell’andamento perennemente ondulatorio, è il motore della storia e traccia l’esistenza dell’intera umanità.

Giallo giudiziario, ma soprattutto vita vera; l’azione si snoda tra Siderno, Locri e Napoli. Stiamo parlando di malavita organizzata e tutto quel che viene raccontato da Bruno Larosa puzza di realtà. E non uso il termine “puzza” a caso.

Questo libro richiede da parte del lettore concentrazione e calma perché le strade che dovrà percorrere sono impervie, i passi falsi inevitabili e i preconcetti potrebbero offuscare la vista dell’insieme.

Fortunato Ardore viene arrestato nel suo casolare ai piedi dell’Aspromonte, accusato di essere un capo della ‘Ndrangheta. E’ vittima di un errore investigativo e questo tifone che gli piomba sulla testa gli porterà via due anni di vita e la salute ed è proprio questo periodo della sua esistenza, fin qui del tutto anonima e tranquilla, che siamo invitati a seguire. Farà male.

“Ardore, lei sa bene perché siamo qui”, disse il Commissario. “E’ riuscito per tanto tempo a farla franca, non abbiamo mai sospettato di lei, non ne abbiamo mai trovato traccia nelle nostre indagini; nessuno l’ha mai tirata in ballo. Non c’è nessuna intercettazione e nessuno ha mai parlato di lei. Nulla che ci facesse solo sospettare per cinquant’anni.” Fece una pausa fissando Fortunato. Ne studiò la reazione, senza sperare in un’ammissione. “E’ stato bravo, non c’è che dire”, riprese, “ci ha beffato! Ma adesso abbiamo la prova che lei è un boss della ‘Ndrangheta. Non ci sfuggirà più.”

La difesa dell’uomo viene presa saldamente in mano dall’avvocato Castiglione che deve fare i conti con l’assassinio del Commissario Valenti che aveva partecipato all’arresto di Fortunato. La sua morte, avvenuta a Locri, pare escluda il delitto di mafia e questo complica il lavoro dell’avvocato, mettendolo in contatto col giovane magistrato napoletano Schiller chiamato a indagare sul delitto.

Al di là della storia, questo libro è estremamente interessante per le  finalità divulgative e per la sua base filosofica. Lo scrittore si pone e ci pone – da avvocato penalista qual è – la domanda di cosa sia davvero la verità e quale sia il cammino giudiziario migliore per raggiungerla. Ci parla di etica politica e sociale, di responsabilità, di civiltà. A questo proposito, consiglio di leggere attentamente le tre facciate finali della Nota dell’Autore che approfondiscono il suo pensiero di uomo di legge e di scrittore.

Davvero una vicenda avvincente, profonda e interessante, oltre che ben scritta – anche se con qualche lentezza.

TRAMA

Fortunato Ardore ha 65 anni, è un uomo onesto, dedito al lavoro e alla famiglia. La sua è una vita fatta di sacrifici, cose semplici e poche pretese. Ma una notte, la tranquillità costruita da Fortunato con tanta fatica viene interrotta: il commissario di polizia Valenti e la sua squadra irrompono in casa sua per arrestarlo; secondo il Giudice e i magistrati della Procura distrettuale antimafia, Fortunato è un capo della ‘ndrangheta. Un assurdo quanto improbabile errore degli inquirenti getta Fortunato nel girone impossibile del processo penale di coloro che vengono accusati di reati mafiosi. Inizia per lui un lungo percorso giudiziario, fatto di ottusità e mala fede. Sullo sfondo dell’intricata vicenda processuale che coinvolge Fortunato si consuma un inspiegabile delitto: il cadavere del commissario Valenti viene rinvenuto a Locri. Un giallo giudiziario che si snoda tra Napoli e la Locride, toccando argomenti spinosi ed estremamente attuali: una severa denuncia delle iniquità del sistema giudiziario penale italiano, che ne indeboliscono la credibilità, e di riflesso colpiscono la nostra società.

Se volete ascoltare l’incipit letto da Barbara:

4.9Overall Score

Fortunato

SUSSURRI E GRIDA NELLA LOCRIDE Castiglione, pensando a Fortunato, condivideva l'idea secondo la quale la storia dell'uomo è fatta da quella della sua libertà. La maggiore o minore libertà che ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    4.8
  • Scrittura
    4.8

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