LE STORIE DI VIOLENZA E SOPRAFFAZIONE NOI DONNE LE VIVIAMO ANCORA OGGI

di BARBARA GALIMBERTI

 

Marinella Sorrentino, già autrice del romanzo storico “Clementina una donna del Novecento a Napoli”, torna nel mondo letterario con “Anna – L’arte dello stare accanto” edito da Arpeggio Libero e riabbraccia i suoi lettori con un romanzo particolare ed estremamente coinvolgente.

Marinella,  prima di tutto volevo ringraziarti per avermi dato la possibilità di leggere il tuo romanzo, che mi ha colpita particolarmente. Nelle note a fine libro spieghi al lettore come è nato questo tuo ultimo lavoro letterario e di quanto la storia vissuta sia entrata nella narrazione, che comunque nasce dalla tua fantasia. Quindi, quale legame si è instaurato tra te, Anna e gli altri personaggi in questa tua opera?

Il legame è sempre profondo, quando scrivo c’è una totale immedesimazione con i personaggi con i quali rivivo, durante scrittura, le scene che ho già immaginato visitando i luoghi scelti con cura per offrire ai lettori scorci inediti di Napoli, come il Complesso Monumentale di Regina Coeli semisconosciuto anche ai napoletani, ma di rara bellezza.

La storia è un elemento significativo in questo romanzo, quanto è importante per te il passato e perché hai scelto di raccontarlo?

Il valore della memoria è essenziale. Ritengo sia un dovere ricordare le nostre nonne, donne comuni, che con coraggio e determinazione si sono opposte ai ruoli imposti da una società fortemente maschilista, che nel ventennio fascista aveva portato addirittura ad una involuzione dei diritti già acquisiti dalle donne a inizio Novecento. La storia quindi deve metterci in guardia perchè nessun diritto è per sempre.

L’aspetto del ruolo di una donna e il rispetto della sua femminilità sono fondamentali nella trama, quanto delle donne di oggi troviamo nei tuoi personaggi femminili?

Purtroppo tanto. Ancora oggi le donne devono lottare il triplo di un uomo per avere rispetto e dignità in ogni ambito da quello familiare a quello lavorativo.  Le storie di violenza e di sopraffazione del passato le viviamo e subiamo ancora oggi. Abbiamo dato un nome a questi reati “violenza sessuale”, “stalking”, “femminicidi”, ci sono leggi a punirli, eppure ancora non siamo riusciti ad estirparli. Abbiamo bisogno di una nuova rivoluzione culturale, dopo quella del ‘68, e di perseguire il cammino intrapreso dai nostri nonni, donne e uomini insieme, affinché siano garantite pari opportunità, dignità e libertà di scelta alle nostre figlie e alle generazioni future, per una società più giusta.

La tua scrittura è molto diretta, incisiva, ma allo stesso tempo non disturba mai la lettura, anzi ne dona ricchezza. Che cosa ti porta a scrivere delle storie e ce ne sono altre pronte per essere condivise con noi lettori?

Scrivere è stato terapeutico e mi ha risparmiato molti anni e costi di analisi. A parte gli scherzi, tutto è iniziato per caso, con il primo libro volevo raccontare ai miei figli una storia di famiglia. Dopo averla scritta, mi sono resa conto che non era più la storia di mia nonna ma quella di tutte le donne in Italia fino a metà Novecento. L’idea del secondo romanzo “Anna l’arte dello stare accanto” era già nella mia mente mentre scrivevo  “Clementina una donna del Novecento a Napoli”, i miei affezionati lettori ricorderanno che c’era un capitolo dedicato a  “Donn’Anna la levatrice”.

Un terzo libro è già nel cassetto, una storia più moderna ma che racconta sempre di donne che lottano in una società ancora oggi maschilista.

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