LA GIORNATA PARTICOLARE DELL’EDITORE SELLERIO
Il commissario Montalbano camuffato da palombaro nell’ombra d’una cantina; l’onirico paesaggio di Gibellina; Tiziana, la banconista del BarLume, e il fidanzato Marchino in viaggio di piacere ad Amsterdam; il Consonni alle prese col bagno rotto e col piccolo Enrico, il nipotino affidatogli dalla figlia Caterina; uno scorsone, o biscia nera, che batte ripetutamente la testa contro la vetrina d’un negozio di scarpe; un commando armato fino ai denti che svaligia un carico di carciofi…
Sono queste alcune delle storie raccontate in Una giornata in giallo, ennesima raccolta a tema della Sellerio (tra le altre, Un anno in giallo, La crisi in giallo, Ferragosto in giallo e Un Natale in giallo, per citarne solo qualcuna) che stavolta vede impegnati otto autori: Camilleri, Costa, Giménez-Bartlett, Malvaldi, Manotti, Piazzese, Recami e Savatteri.
Otto storie con l’unico vincolo della concentrazione nell’arco temporale delle ventiquattr’ore e, naturalmente, della trama gialla, col mistero, l’inghippo, l’imbroglio – con relativa soluzione finale – più o meno abilmente fronteggiati dai protagonisti ormai canonici.
Partendo da un assonnato Salvo Montalbano, al quale la richiesta d’aiuto d’un vigatese strozzato dal pizzo arriva un po’ tra capo e collo in un periodo di bonaccia “che non capitava nenti”, e passando per le tragicomiche peripezie, in un’Amsterdam travolta dall’annuale delirio in occasione del compleanno del re, dei fidanzati nati dalla penna di Marco Malvaldi, assistiti a distanza dall’amica commissario, che non ha avuto le ferie e perciò lavora di 25 aprile (e meno male, altrimenti le cose rischierebbero di complicarsi), si approda alle consuete reticenze del Consonni, il pensionato della casa di ringhiera creato da Francesco Recami, deciso a nascondere alla figlia Caterina il precipitare degli eventi…
Senza dimenticare le ingelosenti colazioni alla siciliana (“…dal modulor di Le Corbusier e dalle case usoniane di Frank Lloyd Wright precipitiamo nella sezione aurea della ricotta calda con scaglie di cioccolato avvolta dalle linee perfette dell’involucro fritto e spolverato di zucchero a velo…”, come impietosamente si dilunga a descrivere l’autore) e gli spazi metafisici che fanno da cornice all’insolita avventura di Saverio Lamanna, il personaggio di Gaetano Savatteri impegnato, assieme alla sua bella Suleima e all’amico Piccionello, a cercar di rintracciare un’opera d’arte scomparsa: “So che è scontato, mai lo scriverei in un racconto, ma le ombre si stagliano veramente nette come nelle piazze metafisiche di De Chirico… Google Maps si avvita su se stesso, sbaglia direzione, inverte i punti cardinali, balbetta, confonde paralleli e meridiani: preferisco spegnerlo piuttosto che vederlo soffrire così”.
Ci sono poi Angela Mazzola, la giovane poliziotta in forza alla Squadra Antirapina di Palermo del racconto di Gian Mauro Costa, che aspira a indossare “i panni più larghi della Omicidi” ed è pronta ad abbandonare il proprio monolocale con vista sul porticciolo dell’Acquasanta prima per la caponata di melanzane della mamma e della zia Giuseppina (con relative diatribe sul modo migliore di prepararla) e subito dopo per un insolito furto di carciofi con tanto di kalashnikov e passamontagna; le ventiquattr’ore da incubo di Petra Delicado, l’investigatrice della Giménez-Bartlett, sequestrata da una ragazzina; il giovane Daiquin, il poliziotto nato dalla penna di Dominique Manotti, e la caccia all’algerino in una Marsiglia del ’73; lo scorsone o biscia nera che cerca d’entrare in un negozio d’articoli in pelle di rettile passando attraverso il cristallo della vetrina della storia di Santo Piazzese…
Otto storie per otto protagonisti e i loro comprimari in questa giornata in giallo che vede, uno per tutti (non ce ne vogliano gli altri, il nostro è anche un modo per augurare al suo creatore tutto il bene del mondo), un Salvo Montalbano surrealista praticante che appostato nel buio d’una cantina zeppa di cianfrusaglie e bottiglie di vino pregiato non trova di meglio che…
…l’occhi gli cadèro supra a quel pezzo di tila, lo scostò e vitti che ammucciava ‘n tuta da palummaro. Ecco l’idea alla James Bond! Si livò il revorbaro dalla sacchetta e lo posò n’ terra. Si spogliò ristanno ‘n mutanne e canottera. Con un càvucio mannò i so abiti a finiri sutta a una vitrina. Po’ accomenzò a ‘nfilarisi i pantaloni della muta. Gli stavano bono però il giacconi era tanticchia stritto. Dalla manica destra svitò l’arpioni in manera che potissi tirari fora la mano, gli vinni facili. Ristava però un problema: mittirisi ‘n testa lo scafandro a chiusura ermetica opuro no?.
Editore: Sellerio
Anno: 2018