“Non poteva esservi alcun dubbio, la nuova targa era storta. Cordelia non aveva bisogno di ricorrere all’espediente di Bevis – che consisteva nel districarsi attraverso il traffico di mezzogiorno che congestionava Kingly Street e guardarla con le palpebre socchiuse attraverso il confuso luccicore dei taxi e dei furgoni – per rendersi conto di un fatto inoppugnabile, assolutamente matematico: la semplice targa di ottone, così costosa, incisa con raffinata cura, pendeva di circa un centimetro”.
E’ inutile recensire un libro di una grande scrittrice di gialli come P.D. James, il libro è perfetto, in tutto, nello stile e nella storia. Dopotutto è seconda solo alla grande Agatha Christie. E in questo libro lo dimostra appieno.
La storia è semplice, in un antico castello su un isola al largo del Dorset si organizza una recita, l’anfitrione Ambrose invita a recitare un’attrice Clarissa Lisle, vittima da parecchio tempo di lettere minatorie. La grande interprete di drammi elisabettiani incarica, tramite il marito, l’investigatrice Cordelia Gray di scovare chi è il mittente dei messaggi. Ma Clarissa Lisle soccombe ai messaggi e Cordelia si trova sola a risolvere in quarantotto ore l’enigma sulla morte dell’attrice.
A distanza di anni la storia di Cordelia affascina ancora anche se si sentono, tra le righe di P.D. James, le ispirazioni di tutti gli scrittori che sono venuti dopo di lei e si sono ispirati a Cordelia Gray. Ad esempio l’inizio, dove viene descritta la situazione economica dell’agenzia investigativa, profuma d’ispirazione per un’altra neo-giallista inglese J.K. Rowling.
P.D. James con la sua eleganza ci regala uno dei suoi libri più belli, ma non l’unico, tanti sono i suoi libri che continueranno a deliziarci. La sua morte, avvenuta lo scorso anno, l’ha consolidata nell’olimpo dei grandi giallisti … e noi ce la immaginiamo così che chiacchiera con Agatha Christie.