Sole verde

Sole verde

UN MELTING POT DI VITE IN BILICO

Hanson è un reduce del Vietnam, è stato poliziotto a Portland, poi insegnante di letteratura inglese all’Università in Idaho, per tornare a fare il poliziotto – a 38 anni – ad Oakland. E’ un duro, un solitario, un eccentrico. Non si capisce bene cosa ci facesse all’università, forse il marziano visto il suo modo d’essere, e – soprattutto – qual è lo scopo di questo specifico particolare. Forse Anderson voleva chiarire da dove venga la sua filosofia di vita molto filosofica (anche se sui generis), ma pare più una informazione piazzata lì, senza un grande scopo.

In realtà, Hanson è il pistolero dei bei western di un tempo, stile Clint Eastwood : 2 espressioni, con e senza cappello. E se il protagonista è così, la scrittura di Anderson non è diversa, procede a scatti, per “scene” cinematografiche: scena prima, folla che danza in un piazzale. Notte. Scena seconda: Hanson si avvicina ad una Rolls Royce parcheggiata nel buio. Immagine che sfuma. E così via. Non si può dire che questo stile coinvolga il lettore, però crea un senso di disagio e pericolo costante, al di là di ciò che accade veramente.

Così, tra un flash e l’altro, Hanson cerca di concludere il suo anno e mezzo di prova, matricola matura sotto stretto controllo dei superiori che non amano il suo ritmo ruvido e lento. Ma il nostro eroe non è senza macchia e senza paura (oddio, magari senza paura, sì…):

Hanson dopo il lavoro si era sbronzato così tanto che era crollato privo di sensi e il giorno dopo aveva dovuto darsi malato, con il telefono che gli tremava tra le mani da quanto tremendi erano i postumi. Usò un paio delle bustine di cocaina che aveva raccolto dal sedile posteriore della volante dopo aver stabilito che non c’era alcun motivo per fare rapporto o incriminare chiunque ce le avesse lasciate e le sniffò un po’ alla volta mentre faceva un bagno lungo e caldo, ascoltando i tubi che gorgogliavano nei muri della casa vecchia.

Una pagina dopo l’altra, un episodio dopo l’altro, Hanson si trascina da un appartamento in cui il marito ha malmenato la moglie ad un negozio di cui un giovane tossico ha tentato di scardinare la serranda, sempre triste, sempre solo, sempre sotto una pioggia che inumidisce abiti e pensieri. Sempre?

Finale a effetto: poetico e ben calibrato. Un raggio di sole in mezzo a tanto squallore. Avrebbe potuto essere tutto così. Invece…

Traduzione: Anna Mioni

Editore: Nutrimenti
Anno: 2019