SCOPRIRE LA FACCIA PERICOLOSA DELL’AUSTRALIA
“Avevamo due buste di erba, settantacinque palline di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, un’intera galassia multicolore di eccitanti, calmanti, scoppianti, esilaranti. E anche un litro di tequila, un litro di rum, una cassa di birra, mezzo litro di etere puro e due dozzine di fialette di popper. Non che per il viaggio ci servisse tutta quella roba, ma quando ti ritrovi invischiato in una seria raccolta di droghe, la tendenza è di spingerla più in là che puoi.”
Questa è la voce narrante di Paura e delirio a Las Vegas film cult del 1998 con due straordinari intrepreti come Benicio Del Toro e Johnny Depp. Una pellicola che tutti prima o poi dovrebbero guardare, antesignana di storie come quella di Breaking Bad e che fa parte di quella cinematografia di genere che per la sua eccezionalità finisce per diventare anche di autore.
Nel romanzo di Garry Disher si potrebbe quasi ricalcare il titolo del film parlando di paura e delirio nel sud dell’Australia. Un luogo a prima vista incantevole e pieno di vita. Un posto ideale per una vacanza all’insegna delle bellezze della natura. Invece anche in paradiso succedono cose brutte. Crimini efferati. Omicidi brutali.
I surfisti che si godono le alte onde blu del mare australiano, infatti, non possono neanche immaginare che a pochi passi da loro prolificano le famose cucine del meth, laboratori all’avanguardia per creare sostanze stupefacenti, gestiti da criminali internazionali e senza scrupoli e dai celebri “cuochi” di metanfetamine. In realtà espertissimi chimici che lavorano su elettroni e nuclei per produrre sostanze tanto pericolose quanto remunerative.
Proprio ad alcuni di questi famigerati e malviventi cuochi del meth è stata affidata come ostaggio una piccola bambina e quando il laboratorio va in fiamme e tutti coloro che lo gestiscono scappano, tra le sue macerie vengono ritrovati i suoi abiti. Ma dove è la piccola Clover e come mai risulta irrintracciabile anche il suo patrigno?
I detective Challis e Destry devono trovare a breve una risposta, ma le piste da seguire sono molteplici e i cuochi del meth sembrano godere di una rete di scappatoie e coperture che gli rendono quasi fantasmi. Ma non è tutto. Nella stessa zona operano due killer feroci intrappolati nello stesso incendio del laboratorio e uno stupratore seriale che aspetta le proprie vittime in casa. E Serena Coolidge, bella e determinata detective di un’altra sezione deve dare fondo a tutte le sue risorse per cercare di porre fine a una scia di violenza che sembra non voler abbandonare le magnifiche aree dell’Australia meridionale.
È indubbio, Garry Discher confeziona un thriller ad altissima tensione dove il contrasto tra gli incantevoli scenari e la brutalità della narrazione creano pagine di grande coinvolgimento in chi legge. Il suo stile essenziale e a tratti greve non fa sconti di sorta, ma è anche il suo tratto personale per imbastire un racconto quanto mai realistico e quindi di grande e sicura fascinazione. Una originalità che si trova anche nella trama e nei protagonisti che la animano, come il detective Challis, che ha uno stile tutto suo nell’indagare e nell’arrivare anche alle verità più scomode. Senza campo è un thriller convincente perché ricalca molto una sorta di narrazione cinematografica che si snoda per immagini e che tanti autori di oltreoceano tendono ad adottare già tempo. Pertanto, se è uno stile che piace il romano di Disher sarà certamente una piacevole lettura.
Traduzione: Silvia Mercurio
Editore: Marcos y Marcos
Anno: 2019