Oltre ogni ragionevole dubbio

Oltre ogni ragionevole dubbio

UN LEGAL THRILLER, UNA COPPIA D’AMANTI, UNA STORIA COMPLICATA

In un’aula di tribunale immersa nella soffocante calura estiva otto persone si trovano a dover decidere del destino dei due imputati in attesa appunto del loro giudizio. Antonella Altavilla e il suo amante Giulio Maselli sono sospettati d’aver ucciso il marito di lei, il ricco imprenditore Michele De Benedictis, scomparso nel nulla in una fredda mattina di gennaio dopo aver intestato alla moglie in pratica tutto il patrimonio.

I due che adesso “in piedi, aggrappati alle sbarre” aspettano la sentenza (“I lunghi mesi di detenzione avevano segnato entrambi, ma se lui ora non riusciva a nascondere l’aria smarrita di chi non conosce il domani, in lei la prostrazione aveva lanciato il sortilegio opposto, rendendola ancora più bella…”), pur ammettendo d’essersi disfatti del cadavere gettandolo in mare – e le evidenze della Scientifica sembrerebbero confermarlo, con quella scarpa ritrovata sulla sabbia e le tracce di sangue nel bagagliaio dell’auto di Maselli -, negano entrambi d’aver ucciso De Benedictis, o meglio si accusano a vicenda d’averlo fatto, ciascuno all’insaputa dell’altro. A cose fatte, poi, l’uno e l’altra affermano d’aver chiamato in soccorso il partner per disfarsi del corpo.

Omicidio, dunque, questo il nodo che gli otto giurati chiusi in camera di consiglio sono chiamati a sciogliere: ma il fatto che gli imputati si accusino a vicenda complica inevitabilmente e di molto il quadro investigativo e processuale.

Sul caso, che ha tutti gli ingredienti giusti per suscitare un grande impatto mediatico (con quegli amanti diabolici che si accusano l’un l’altra come nel caso Bebawi, il marito tradito e manipolato, la bella moglie insincera e senza scrupoli, il giovane amante senza un soldo, i figli di primo letto esclusi dal malloppo, la vecchia madre che chiede giustizia per quel figlio scomparso nel nulla…) indagano, appunto, oltre alle deputate forze dell’ordine, anche le centinaia di giornalisti che assediano il Tribunale di Bari (“Assiepati da ogni lato, brandivano cellulari e iPad; solo i più anziani si arrabbattavano con penne e taccuini. Che si usasse la tecnologia o i vecchi sistemi, però, lo scopo era lo stesso: ogni istante del dibattimento doveva essere ingoiato e dato in pasto ai lettori…”) inasprendo una tensione già alta e contribuendo a mettere ulteriormente sotto pressione gli otto giurati.

Che, a parte la presidente della Corte d’Assise Virginia Della Valle – questa più che cinquantenne alta, elegante, fiera, i capelli ancora neri, che però ha l’autunno negli occhi castani e alla quale la spossatezza piega gli angoli della bocca – e il giudice relatore Stefano Clivio, sono tutti com’è normale che sia comuni mortali, di volta in volta oppressi o infastiditi dal peso di quella responsabilità di dover decidere del destino altrui.

Ma la stessa oppressione la prova, di fatto, anche Virginia, il cui passato è gravato dal dubbio d’aver emesso, un giorno, una sentenza sbagliata…

Così, in quell’aula soffocante, le esitazioni della giovane ricercatrice Beatrice Crovi suscitano ad esempio l’insofferenza dello spiccio ristoratore Paolo Mastrandrea; mentre l’afa di luglio e il peso dell’imminente decisione sembrano spossare ogni minuto di più la silenziosa casalinga Gabriella Colangelo, decisa a ogni modo a fare il suo dovere fino in fondo…

Sei persone qualunque, “tre uomini e tre donne diversi per età, studi, esperienze di vita, visioni del mondo” provvisoriamente unite dal comune obbiettivo dell’accertamento della verità processuale: che, come spiegherà in apertura una controllata Virginia, non corrisponde a quella storica (“Noi non dobbiamo stabilire se gli imputati abbiano assassinato Michele De Benedictis. Non lo sappiamo, non lo sapremo…”) bensì a quella risultante dalle evidenze del processo: cosa diversa, dunque (“In questa stanza non hanno alcun peso le nostre convinzioni, se non sono suffragate dalle prove. In parole povere, contano i fatti, non le opinioni: non siamo liberi pensatori, uomini della strada, giornalisti o filosofi. Noi dobbiamo raccontare come la pensano i fatti accertati nel processo”).

Libro interessante dallo stile nitido e dall’intreccio avvincente, Oltre ogni ragionevole dubbio è un legal thriller ambientato in un universo ben noto all’autore, magistrato, qui alla sua terza prova narrativa (dopo Il colore del vetro e Non sono un assassino).

Editore: Mondadori
Anno: 2019

3.3Overall Score

Oltre ogni ragionevole dubbio

UN LEGAL THRILLER, UNA COPPIA D'AMANTI, UNA STORIA COMPLICATA In un'aula di tribunale immersa nella soffocante calura estiva otto persone si trovano a dover decidere del destino dei due imputati ...

  • Trama
    3.0
  • Suspense
    3.0
  • Scrittura
    4.0

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