Odore di chiuso

Odore di chiuso

UN MALVALDI INSOLITO, MA SEMPRE IRONICO

Letto da: Alessandro Benvenuti

Ambientato nella Maremma ottocentesca, in un castello abitato da nobili dediti al non far nulla e popolato da numerosi servitori. Un venerdi di giugno 1895, il famoso Pellegrino Artusi, preceduto ed accompagnato dalla fama del suo celebre libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, arriva al castello dimora del Barone Romualdo Bonaiuti e della sua scanzonata famiglia. Romualdo ha due figli maschi ed una femmina: Gaddo, dedito alla composizione di poesie sempre in attesa di incontrare Carducci; Lapo dedito alla caccia di servette e contadine e Cecilia ragazza di talento ma schiacciata e frustrata da occupazioni femminili.

La vecchia Speranza, baronessa attempata ormai bloccata su una sedia a rotelle dalla quale sovrintende a tutta la vita del castello, accudita dalla dama di compagnia che tutto darebbe pur di risultare più visibile e, da ultime due cugine zitelle. A contorno la numerosa servitù con tanto di maggiordomo, Teodoro, la cuoca e la procace cameriera Agatina. Contemporaneamente all’Artusi alcastello è arrivato un fotografo, il signor Ciceri: di entrambe le visite non se ne comprende la motivazione.

L’aspetto della collina di San Carlo dipende principalmente dall’ora della giornata. Di mattina, il sole si alza alle spalle del colle; e poiché il castello è stato costruito un po’ sotto la sommità, i suoi raggi diretti non arrivano a penetrare nelle finestre delle camere dove riposano il settimo barone di Roccapendente, i suoi familiari e i suoi (solitamente molti) ospiti, che così possono tranquillamente dormire fino a tardi.

Improvvisamente arriva il delitto: Teodoro viene trovato avvelenato e il barone Romualdo viene colpito da una schioppettata. I primi sospetti ricadono su Agatina ma un Pellegrino Artusi, improvvisatosi investigatore ed aiutato dalle sue letture e dalla sua cultura metterà il delegato di polizia sulla strada giusta per la risoluzione del caso.

Giallo classico con tanto di omicidio, investigazioni vecchio stile, intuizioni e conclusioni deduttive, Malvaldi non ha però abbandonato la vena umoristica che lo contraddistingue in cui lo abbiamo già incontrato nelle vicende del Bar Lume con il suo manipolo di vecchietti protagonisti delle storie.

L’ambientazione ottocentesca di un’Italia appena unificata ma che ancora è incastrata nei particolarismi nobiliari è resa alla perfezione. Ogni personaggio è ben delineato da un sottile umorismo e la diversità nella loro descrizione offre un’ottima galleria di situazioni comiche capaci di divertire tutti anche nella drammaticità dell’evento dell’omicidio. Molti sono i rimandi alla situazione attuale seppur velati e circoscritti alle situazioni narrate.

L’interpretazione di Alessandro Benvenuti, toscanaccio doc, è, come dire, PERFETTA! Quattro ore passate in allegria. Consigliato a chi ha voglia di un giallo classico ma non truculento, anzi piacevole e scorrevole e farcito da molte battute umoristiche.

Editore: Emons
Anno: 2012

4.0Overall Score

Odore di chiuso

UN MALVALDI INSOLITO, MA SEMPRE IRONICO Letto da: Alessandro Benvenuti Ambientato nella Maremma ottocentesca, in un castello abitato da nobili dediti al non far nulla e popolato da numerosi ...

  • Trama
    4.0
  • Suspense
    4.0
  • Scrittura
    4.0