Prima di parlare del romanzo, è doveroso parlare dell’autore Flavio Santi. Figlio di padre friulano, Flavio Santi è un insegnante universitario che ha incontrato la letteratura con le sue traduzioni (tra i tanti Melville e Fitzgerald), con le sue poesie in dialetto friulano e con i suoi romanzi (Aspetta primavera, Lucky candidato al premio Strega nel 2011).Ed è con questo background che Flavio Santi decide di avvicinarsi al giallo, un giallo tutto italiano ambientato in una zona che non ha mai avuto un suo ispettore: il Friuli.
Moroder sfogliò rapidamente il bloc-notes. “Cinquanta per cento che però sale praticamente al cento per cento, anche se non ho avuto il tempo di interrogare tutti gli abitanti e verificarne l’alibi. Come faccio a dirlo? Bé, gli altri che non c’erano erano, diciamo, assenti giustificati, chi catetere-dipendente, chi con la pressione troppo bassa per alzarsi soltanto in piedi, chi con il femore rotto. Come le dicevo prima, alla congiura dei vecchi non ci credo. Non può essere opera della terza età. Al massimo ti tamponano una macchina”.
Nelle alpi friulane, c’è un paesino Montefosca, di soli 40 abitanti, un paese tranquillo fino a quando non si viene a trovare un uomo ammazzato in fondo ad un pozzo. Drago Furlan è l’ispettore incaricato del caso ed ha un bel problema: abituato alla tranquillità ormai sono vent’anni che non indaga più su un omicidio. Tutto viene complicato dal fatto che nessuno sa chi sia l’anziano ucciso con un colpo di pistola. Tra soste in osteria e la fidanzata Perla, Drago si ritrova a percorrere quei luoghi a lui tanto cari alla ricerca del responsabile. Ma qualcuno custodisce segreti inconfessabili.
Flavio Santi ci propone un libro ironico e profondo allo stesso tempo. Riesce, nel corso della narrazione, a portarci con ironia fino ad un finale sorprendente e pesante. La struttura classica del giallo all’italiana incontra una scrittura veloce e ironica. Santi riesce a creare delle nuove dimensioni pur affrontando i canoni classici dell’indagine, sia nell’interrogatorio (passo qui sopra) sia nell’autopsia che si trasforma in un corso universitario con tanto d’interrogazione.
La suspense si mescola perfettamente ai suoi escamotage narrativi fino ad equipararsi. Il lettore legge freneticamente le pagine alla ricerca d’indizi ma anche in attesa della commedia e della successiva situazione in cui si trova invischiato Furlan.
E’ un romanzo territoriale che trasuda friulanità. All’inizio può sembrare la vita di un uomo medio ma con la lettura ne emerge un altro piano: l’attaccamento del protagonista al territorio e alla sua terra. Drago Furlan è un ispettore contadino ma le sue radici non sono nell’orto, sono nelle sue abitudini. Flavio Santi ci presenta un ispettore senza paranoie o problemi familiari, senza il passato pesante che incombe. Flavio Santi nell’ovvietà ha trovato la vera originalità di cui si ha bisogno in questo momento.
Un romanzo da leggere mentre ci si fà cullare dalle immagini di un territorio dell’Italia dell’est che in molti pensiamo di conoscere ma non è così. Un tajut e un buon piatto di frico sono l’essenziale per sentire il profumo di Montefosca e del Friuli.
Musica consigliata: i canti alpini che possiedono la stessa semplicità e la stessa sofferenza, canti che non dimenticano come le pagine di Santi.
Edizione: Mondadori
Anno: 2016