Questa la sinossi ufficiale del primo romanzo del serialminder Diego Castelli, giovane autore milanese, alla sua prima prova come scrittore. In “Incipit” c’è l’ironia e la leggerezza della scrittura di Castelli (che potete apprezzare nelle numerose recensioni per il blog SerialMinds, blog che recensisce serie tv, molte di genere thriller) unita a una trama gialla che fa quello che ogni giallo dovrebbe fare: farti sfogliare pagina dopo pagina per scoprire chi è l’assassino, alludere, incuriosire fino alla rivelazione finale. Insomma un vero e proprio godimento, per chi come me è appassionata di gialli e di serie tv.
Ma la vera rivelazione di questo romanzo è il personaggio del detective Frank Anderson fuori dagli schemi: beve coca cola nel suo pub preferito Barney, odia abbastanza il mestiere di poliziotto, ama follemente guardare serie tv e ha una boccia di vetro con dei gamberetti che si nutrono di alghe e si chiamano come i personaggi delle serie televisive Mad Man, Sons of Anarchy e Wes Wing (Tutti gli uomini del Presidente), ma soprattutto scrive romanzi.
I capitoli del thriller sono intervallati dagli incipit di tutti i romanzi cominciati e puntualmente incompiuti di Anderson. Infatti il nostro detective si diverte a scrivere l’incipit di romanzi, che variano dalla fantascienza, ai romanzi storici e ai libri per bambini…ma che non termina mai perché come cita Anderson
nel suoi geniali APPUNTI DELL’ASPIRANTE SCRITTORE disseminati nel libro: ”non è il caso di scrivere per bambini se non si hanno figli, se non si è mai letto nulla di quel genere, e se si ritiene che Winnie Pooh sia nulla più che un povero coglione” . Oppure perché “se uno vuole fare lo scrittore non ha affatto paura della pagina bianca. Anzi non vede l’ora di riempirla, e ha sempre in mente un modo per iniziare. Sai quand’è che cominci a fartela sotto? Dopo le prime due pagine, quando devi rileggere quello che hai scritto e hai il terrore di accorgerti che farebbe schifo anche in quinta elementare. E soprattutto quando devi scrivere altre cento pagine dopo quelle due, possibilmente tutte coerenti tra loro.
Insomma Frank Anderson ha più le sembianze di un nerd che quelle classiche da eroe hard boiled, di un detective che quando mette giù pistola e distintivo, cerca disperatamente di scrivere il romanzo della vita e nel frattempo, con molto intuito, viene a capo della storia in cui a malavoglia lo hanno invischiato.
Mentre leggevo Incipit mi sono divertita come un bambino alle giostre a individuare tutte le citazioni che pronuncia Anderson tratte da numerose serie tv, e mi sono resa conto che la bellezza di questo romanzo sta nel fatto che Castelli scrive perché si diverte a farlo. Ha mezzi narrativi più che considerevoli. E credo che ne sentiremo parlare presto come uno dei più promettenti giovani scrittori italiani. E se cercate un bel libro per rilassarvi o regalare, visto il natale imminente, date un’occasione a un giovane esordiente italiano che si è affidato alla rete e al self publishing per farsi conoscere. Non ve ne pentirete.
Anno: 2015