“Il brusio si levava dalla strada come un ronzio di mosche. I fotografi erano ammassati contro le transenne presidiate dalla polizia, i lunghi zoom delle macchine fotografiche puntati, i respiri che si condensavano come vapore. La neve cadeva senza tregua su spalle e capelli; dita guantate dovevano continuamente pulire le lenti”.
Chi si nasconde dietro lo pseudonimo di Robert Galbraith oramai lo sanno tutti: la scrittrice più ricca d’Inghilterra J.K. Rowling. L’autrice, da quando ha abbandonato Harry Potter, ci ha regalato un libro molto ben scritto, “Il Seggio Vacante”, ed un poliziesco, sempre ben scritto, ma privo di una cosa fondamentale: il pathos tipico del poliziesco.
Si possono fare elogi infiniti alle descrizioni di J.K. Rowling che ci porta a Londra immergendoci perfettamente nel clima tipico. Possiamo anche, in questo libro, elogiare la descrizione dei protagonisti e i loro caratteri così ben disegnati affezionandosi subito a Cormoran Strike, l’investigatore privato. Ci si affeziona a Robin, la segretaria a tempo determinato, e lo scontroso suo compagno Matthew. Ma manca qualcosa.
La trama è debole, ricalca in alcuni punti la vita di Amy Winehouse, fino a citarne un pezzo nel corso delle pagine. Si sente odore di Hollywoodland, il film con Ben Affleck. Il mondo dorato dello show-business con tutte le sue problematiche, le sue droghe e depressioni, tutti gli avvoltoi. Beh, qui c’è tutto, tranne il tratto giallo!
Manca la suspence poliziesca che ti porta a divorare un libro, se si dovesse dare un voto alla scrittura sarebbe un 9 ma la trama sarebbe un 5. Al di fuori dei libri del mago più importante del mondo dopo Merlino, la Rowling ha saputo essere una grande scrittrice che però trova difficoltà a saltare da un genere all’altro.
Attendiamo con ansia di leggere il nuovo romanzo appena uscito.
Traduzione: Alessandra Casella e Angela Ragusa
Edizione: Salani
Anno: 2013