
IL PASSO A DUE DI GEORGES SIMENON
di MANUEL FIGLIOLINI
VI è mai capitato d’incontrare il grande Bob? Chi ha letto il romanzo di Georges Simenon potrà anche rifletterci, ma chi non lo ha letto sicuramente lo avrà incontrato ma non se n’è mai reso conto.
“Il grande Bob” roman dur di Simenon scritto nel 1954 durante il suo soggiorno nel Connecticut è, senza dubbio, un altro colpo da maestro. E ancora mi stupisco come di ogni romanzo Simenon riesca a trasmettere al lettore l’essenza, quella più profumata, quella più profonda.
Il romanzo non è la storia di Bob, che è un suicida, ma è la storia di Charles, un medico di base amico del grande Bob e di sua moglie Lulu. Un’amicizia “spassosa” come la definirebbe Bob, un’amicizia fatta di momenti piacevoli, risate, incontri e cene all’insegna del buon umore.
Fino a quando il suicidio di Bob non scardina tutto e fa cambiare volto a questa amicizia con Charles, che diventa più profonda, che mette in risalto la superficialità della loro conoscenza e di come le vite degli altri restino barricate dietro la leggerezza. Charles, medico di base, conduce una sua indagine personale per capire cosa possa essere successo al suo amico Bob, il grande Bob. Ma questa indagine diventa lo specchio d’acqua che riflette il volto di Narciso e ci si ritrova dentro, nell’acqua, ad affrontare le nostre vite prendendo spunto dalla vita di Bob.
Perché Bob è questo. Bob è l’evento vicino, ma non troppo, che invece di lanciarci verso una condivisione esterna, ci porta a riflettere su di noi, sulle nostre scelte e sulla nostra vita. Un sentimento difficile da far nascere in una storia alquanto banale, ma il grande scrittore Simenon riesce a coinvolgerci creando la figura di Charles, un medico di base, con una vita basica, una moglie, due figlie, le vacanze, i weekend. Ed è appunto grazie a questa figura che diventa il nostro Virgilio che noi partiamo in un viaggio intimo fatto di riflessioni, le stesse che la vita di Bob hanno suscitato in Charles. E scopriamo che tutti siamo bravi a nuotare fino a quando rimaniamo fuori dall’acqua, ma è più difficile quando ci si trova dentro.
Simenon è lo scrittore della famiglia, della coppia, tutto quello che parte dall’esteriore o dall’intimo si riflette sulla figura della famiglia, del rapporto di coppia e sempre sono il fulcro della sua riflessione, basti pensare a “La camera azzurra” o “La porta” oppure a “La mano” ma tanti e tanti altri romans durs dello scrittore.
E forse è questo il coté noir più infido dei romanzi di Simenon, colpire il posto più sicuro dell’animo, la famiglia.
TRAMA
Una riflessione, questa del padrone del bistrot dove il suo amico Bob, morto da pochi giorni, andava a giocare a carte, che colpisce profondamente il dottor Charles Coindreau. Non appena ha saputo che quella di Bob non è stata una morte accidentale, come sulle prime si credeva, bensì un suicidio, ha deciso di condurre una sorta di indagine, e di interrogare chiunque l’abbia conosciuto, a cominciare dalla moglie e dall’ultima delle numerose amanti. Perché lui, come tutti, ma più di tutti gli altri, si arrovella sul motivo che ha indotto a togliersi la vita uno come Bob: sempre allegro, e allegramente sfaccendato, sempre pronto alla battuta, gran giocatore di belote e gran consumatore di «bianchini» a qualunque ora del giorno – non per caso lo avevano soprannominato il Grande Bob. Nella casa di Montmartre dove abitava insieme alla sua polposa, esuberante, forse un po’ volgare ma radiosa moglie Lulu, la porta era sempre aperta, e vi si potevano incontrare persone di ogni estrazione sociale, e «ognuno era libero di comportarsi o di parlare a suo piacimento, con la certezza di non scandalizzare nessuno». Così come nessuno si scandalizzava del fatto che Lulu accettasse i tradimenti di Bob: le bastava che lui fosse felice. Scavando nel passato dell’amico, immergendosi nei lati oscuri di un uomo che a tutti sembrava l’immagine stessa della gioia di vivere, e persino, a volte, sovrapponendosi a lui, Coindreau finirà per scoprire la verità sulla morte di Bob – ma soprattutto qualcosa su sé stesso.
Traduzione: Simona Mambrini
Il grande Bob
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