Nel complesso il giallo d’esordio di Margherita Capitò, poliedrica scrittrice portoghese di origine italo-francese, merita un giudizio ampiamente positivo.
“Il delitto della via Accattapane”, questo il titolo del volume edito da Giunti, ruota attorno a un fatto criminoso centrale cui si affiancano parecchie vicende sovente reciprocamente intersecantesi.
Non è affatto scontato l’esito delle indagini attraverso cui si articola la trama, che riserverà un bel colpo di scena finale quanto mai inaspettato.
Purtroppo balzano agli occhi del lettore alcune improprietà lessicali, sebbene mai l’autrice incorra in errori sintattici: talvolta con troppa disinvoltura si usano quali sinonimi, a proposito di un poliziotto francese, i termini di “ispettore” e “commissario” (che designano gradi e funzioni differenti nell’organigramma delle forze di polizia); inoltre la sede del commissariato diretto da Sonia Castelbarco, figura perno, viene altresì detta “caserma”.
Del resto, il tenore del racconto è altamente vivace e sono estasianti i dialoghi – resi nei vari dialetti dei luoghi di origine dei protagonisti – pressoché onomatopeici.
Non manca il lato sentimentale, vieppiù rimarcato dall’incipiente storia d’amore tra la stessa Castelbarco e l’ispettore ragusano (di madre francese, come la Capitò) Salvatore “Ninì” Giampiccolo (che in seconda di copertina, spiacevolmente, viene confuso con il vicecommissario napoletano Pasquale Ciriello).
Molto realistiche le descrizioni dei posti di ambientazione, che sono quelli del paesaggio toscano della provincia livornese (nonostante altre aree italiane siano rappresentate, da Roma a Milano passando per Napoli e le isole maggiori).
Provocatori, ma non inopportuni, alcuni riferimenti politici.
Tutto comincia con la scoperta di un cadavere all’interno di una vettura bruciata. Le indagini sembrano subito complicate, quasi impossibili, perché il corpo è apparentemente carbonizzato indi non identificabile. Ma la Scientifica riesce a estrarre il numero di telaio del veicolo, dando il via alle attività investigative della squadra coordinata dal commissario Castelbarco, frattanto impegnata a stroncare un traffico di droga che presto si scoprirà connesso all’omicidio.
Musica consigliata: Il romanzo può suddividersi in tre contest musicali.
Il primo, relativo ai più tranquilli momenti di vita quotidiana, potrebbe essere accostato al brano “Alta marea” di Antonello Venditti, con le sue calde armonie da sax.
Il secondo, concernente gli attimi di suspance, richiede l’ascolto di “Take on me” degli a-ha.
Il terzo, incentrato sui momenti della storia d’amore tra la Castelbarco e Ninì Giampiccolo, è obbligatoriamente sorretto dalla colonna sonora di “Sweet embrace” dei Tree Gees.
Edizione: Giunti
Anno: 2016