Difficile recensire un libro che, per me, è stato uno dei più belli letti quest’anno. Vincitore del 2° Festival Giallo Garda, categoria romanzi editi, Bonzano ha creato un piccolo capolavoro che non può passare inosservato per gli amanti del genere.
E qui nasce il secondo problema d’affrontare … in che categoria inserirla? Sarà una scelta controversa ma lo reputo un bellissimo noir. La trama è serrata e lascia poco respiro al lettore con divagazioni inutili. Tutto comincia a notte fonda, quando un bambino corre in mezzo alla strada inseguendo un pallone. Ma perché a quell’ora un bambino è in mezzo alla strada? E come mai un giocatore di poker non si ricorda niente di quella serata? E chi sono e dove sono i genitori di quel bambino? Questo è il compito dell’ispettore di polizia depresso e rancoroso, che vuole solo essere trasferito invece si ritrova a risolvere quest’enigma.
Mi sveglio sopra Antigua. Sono follia che rinsavisce, l’umore nero che lento si ritira, un lavoratore quasi onesto con i calli del sudore, un uomo sui quaranta che risorge a nuova vita. Sono pazzia e demenza che si illudono di cambiare. L’amore di una donna, il progetto di un futuro. Mi sveglio sopra l’Oceano Atlantico. Mi sveglio sopra l’Oceano Atlantico. Mi sveglio sopra l’Oceano Atlantico. Sono il padre di un bambino morto.
La ricercatezza nello stile, Bonzano la mette subito in evidenza creando un prologo che parte dal quinto capitolo a ritroso fino a cedere il passo al romanzo. La scrittura di questo prologo è cinematografica che dal primo piano indietreggia lasciando intravedere tutto quello che è successo prima nelle vite dei personaggi coinvolti.
Come bestie ferite … il romanzo viene diviso in singole storie che si alternano nei brevi capitoli (raramente più di una pagina) e Luca Bonzano li caratterizza con scelte stilistiche sempre differenti. Bonzano sceglie di parlare dei pokeristi con uno stile che ricorda Bukowski, parla dell’ispettore di polizia come nei classici gialli all’italiana e parla del padre del bambino con uno stile unico e cinematografico che ammicca Tarantino.
Nel romanzo, molto introspettivo nei personaggi, l’autore regala grandi perle di suspense, capace d’incollare il lettore con l’inaspettato, anche quando tutto sembra ormai deciso. Luca Bonzano ci parla delle bestie ferite, ma chi sono? Sono così lontane da noi? Tutti sono feriti, ma non tutti diventano bestie ferite. Ed è in questa differenza che l’autore conduce il romanzo nel noir. La bestia è l’irrazionalità, è la giustizia superficiale, è la necessità di cercare una vendetta fatta solo per quietare il proprio animo e le proprie tormente. Lontana è la ragione.
I differenti stili vengono poi accumunati in 2 punti del romanzo che lo stesso autore definisce “corale”. Capitoli sconvolgenti accumunati da un sottofondo musicale che non posso raccontarvi, per non svelare di più del romanzo. Un altro stile che Bonzano adotta e travalica i confini dei personaggi, è quello che ha escogitato per i suoi personaggi che quando i loro pensieri straordinari s’intrecciano con la vita ordinaria (il padre in volo che torna in italia) (Tess che ricorda quello che è successo quella notte) li descrive con uno stile cinematografio e pulsante divisi tra ordinario e straordinario, come flash che pervadono la mente e che le bestie ferite cercano di tenere separati.
Non è solo un libro consigliato, ma è un romanzo da Avere assolutamente e leggere, disegna una svolta nel genere nel panorama italiano. Il Festival Giallo Garda non sbaglia mai.
Musica consigliata: “C’è chi dice no” di Vasco Rossi … leggete il libro e capirete perché
Edizione: Todaro Editore
Anno: 2014