
RISCRIVERE LA STORIA PRODUCE MOSTRI
di ANTONIA DEL SAMBRO
Ci sono eventi nella vita di una città e di un Paese che non smettono mai di perseguitare sogni e coscienze. Ci sono eventi che fanno tremare anche a distanza di anni. E ci sono persone che delle azioni compiute non riescono a liberarsi mai.
Come controcanto di eventi e gesta c’è sempre qualcuno che per ruolo e per scelta è costretto a ritornare a guardare l’abisso dritto in faccia.
Il capitano dei Carabinieri, Marco Fontana è proprio quel genere di uomo e nelle note asfissianti e avvolgenti dell’estate milanese del 2024 deve indagare sull’omicidio di uomini coinvolti in uno degli episodi più dolorosi, cruenti e atroci avvenuti nella città meneghina. Una ferita ancora sanguinante e mai rimarginata: la strage di via Palestro del 1993.
Riaprire e condurre una indagine su un massacro come quello porta inesorabilmente a farsi ricambiare lo sguardo dall’abisso e in quel buco nero provare a ritrovare colpevoli e assassini e probabilmente anche qualcosa che è ancora rimasta abilmente o casualmente nascosta dal velo del tempo e della storia.
La Storia, però, possiede anticorpi potenti e non si fa riscrivere facilmente e, anzi, genera e produce altri mostri, perché solo chi ha paura riesce a non farsi toccare dall’abisso e a mantenere la distanza vitale.
Una distanza di sicurezza che Milano non riesce a mantenere in estate, dove tutto cambia, il brusio metropolitano si affievolisce, le strade si svuotano, l’afa indebolisce e spegne la dinamicità dei residenti. In estate Milano è più strana e pericolosa che mai e il capitano Fontana lo sa bene, così bene che quando lo chiamano a occuparsi di un’altra scia di delitti e di sangue e si ritrova a seguire due indagini parallele e perigliose, quasi non si stupisce.
Il peso del passato non si può lenire, la Storia non può essere riscritta, i mostri sono ovunque e forse…forse perfino si sovrappongono.
Fabrizio Carcano e Giorgio Maimone imbastiscono un poliziesco metropolitano dove proprio nulla è lasciato al caso. Scrittura, dialoghi, suspense, punteggiatura, cronaca nera e giudiziaria e personaggi vibranti e credibilissimi. Se Il fiore della vendetta fosse un film avrebbe una fotografia cinematografica tra le più affascinanti perché i due autori con pennellate precise e vivissime costruiscono una ambientazione che pulsa, inquieta, coinvolge e affascina in ogni singola pagina.
Milano è il personale coro greco del capitano Marco Fontana che accetta ancora prima di indagare che ci sono ordigni le cui schegge non si riuscirà mai a neutralizzare davvero e che ci sono posti dove il sangue versato non si prosciugherà mai completamente, neppure in una caldissima e asfissiante estate.
TRAMA
Milano, estate 2024. Un’indagine complessa per il capitano dei Carabinieri Marco Fontana: due vecchi malavitosi sono stati uccisi da un killer professionista e si sono perse le tracce di un funzionario dei Servizi Segreti, tutti coinvolti a vario titolo nella strage di via Palestro del 1993. Fontana è così costretto a addentrarsi nei meandri di una storia lontana e terribile, alla ricerca degli esecutori dell’attentato e di chi ha guidato la Fiat Uno imbottita di tritolo. Intanto in città appare sulla scena un nuovo assassino, lo chiamano il Sagittario: uccide di notte, con una balestra di precisione, e colpisce gli uomini che hanno fatto del male alle donne.
Il fiore della vendetta
RISCRIVERE LA STORIA PRODUCE MOSTRI di ANTONIA DEL SAMBRO Ci sono eventi nella vita di una città e di un Paese che non smettono mai di perseguitare sogni e coscienze. Ci sono eventi che fanno ...