QUELLO CHE AVVIENE DURANTE UN CONCLAVE NON SUCCEDE PER CASO
di IRENE TORRE
Chi è Filippo Fiore? In realtà sappiamo poco del vero autore che si cela dietro questo pseudonimo ma la redazione de La Bottega del Giallo lo ha incontrato e si è fatta raccontare l’idea e il cuore del suo romanzo, Il conclave dei segreti. Un libro che ci porta dentro le mura del Vaticano, tra silenzi, manovre politiche e memorie ingombranti con uno stile asciutto ed elegante.
Il tuo romanzo arriva in un momento di particolare attenzione verso il Vaticano e il futuro della Chiesa. Hai scritto Il conclave dei segreti con questa attualità in mente o è stato un tempismo involontariamente perfetto?
Il conclave è un momento storico che crea attesa come pochi altri eventi. L’elezione di un pontefice, svolta nella massima segretezza, mi ha sempre affascinato e ho cercato di immaginare una trama nella clausura vaticana. Questo comporta il rischio che la storia stoni con ciò che accade oppure l’opportunità che il tempismo dell’intreccio sia molto attuale. Ed è quello che è capitato.
La figura di Giovanni Bassetta è centrale: potente, lucido, ma anche segnato da un passato pesante e doloroso. Come hai costruito questo personaggio? Ti sei ispirato a figure reali del Vaticano?
Il segretario di Stato vaticano è un uomo potente, perché ha in mano le chiavi del potere e spesso, proprio per il suo ruolo centrale durante un pontificato appena trascorso, può essere considerato un papabile o un uomo da sostituire immediatamente con l’elezione di un nuovo papa. Ho costruito un personaggio mescolando le caratteristiche di diversi cardinali che hanno ricoperto questo ruolo, ma al contempo, immaginandoli nella loro semplicità di sacerdoti con una storia alle spalle, che li ha portati a lavorare a strettissimo contatto con il sommo pontefice. La loro figura incarna il bilancio di un pontificato appena trascorso e nella loro solitudine entrano in conclave facendo anche un bilancio della loro vita.
La tua narrazione è estremamente documentata. Quanto lavoro di ricerca c’è stato dietro questa apparente semplicità narrativa?
Per fortuna l’interesse verso il conclave ha prodotto numerosi documenti e saggi sullo svolgimento di questa elezione e la storia di come un cardinale entra in Sistina vestito di rosso ed esce vestito di bianco. Ci sono regole narrative da rispettare per una storia che calza perfettamente negli spazi e nei tempi della clausura vaticana, ma poi è necessario immaginare il prima e il dopo “extra omnes”, vista la segretezza imposta prima della fumata bianca, per rendere la vicenda intrigante.
Quale messaggio ti piacerebbe che rimanesse al lettore dopo aver terminato questo libro?
Che gli uomini di Chiesa sono prima di tutto uomini, con un passato e una storia. Che spesso basta collegare ricordi e immagini per conoscere quello che non sappiamo su noi stessi. Che, ci si creda oppure no, quello che avviene durante un conclave non succede per caso.