“La dottrina del male” è il suo ultimo romanzo edito da Elliot, appassionato di musica e cinema, dirige per la casa editrice Pendragon la collana gLam in collaborazione con Gianluca Morozzi. Si è gentilmente prestato a farsi intervistare dalla pagina facebook più Glam d’Italia: I thriller di Edvige.

DANI FAILLA: A cosa ti ispiri per scegliere la trama dei tuoi libri? Ho letto La dottrina del male e Le siamesi. Temi molto diversi tra loro ma attuali. 

Le idee arrivano in modo inaspettato. Qualcosa che ti suggestiona, un tarlo nel cervello, una folgorazione improvvisa. Difficile capire quale sia quella vincente. Io di solito le lascio vagare per qualche mese, poi quando mi accorgo che ce n’è una che ha il sopravvento comincio a lavorarci sopra. Diciamo che preferisco temi che abbiano a che fare con la contemporaneità. Il dominio della tecnologia, la politica come arma di controllo delle masse, le aberrazioni della nuova socialità, le trame psicologiche.

TIZIANA LEONE: Perché scrivi? Cosa provi quando scrivi e cosa ti manca quando non scrivi? 

Quando scrivo ho in testa un mio lettore ideale, che mi sprona, mi esalta, mi critica. Ipotizzo già con lui la condivisione della storia, e per un narratore mettere a parte altri del proprio immaginario è una sorta di orgasmo. Quando non scrivo, medito. Lascio passare molto tempo tra un libro e un altro per fare in modo che nuove idee fluiscano e mi seducano. Non mi manca la scrittura quando non c’è, perché è il momento dell’istruttoria sulle possibili prossime storie. Ma quando arriva il momento di mettere giù le parole è bellissimo.

FRANCESCA MANCINI: So benissimo che non sei uno scrittore seriale ma secondo me Ivan Cataldo merita un seguito. Pensi di poterci fare almeno un pensierino? 

Non escludo nulla ma ne dubito. Per me ogni libro è un esperimento, una sfida, una scommessa. Inventare nuovi personaggi e nuove storie è la linfa che mi procura la gioia di scrivere, per sorprendere gli altri ma soprattutto me stesso. Ci sono scrittori bravissimi con le serialità. Io mi occupo d’altro.

SILVIETTA NERE ALI: Quanto c’è nel personaggio di Ivan Cataldo di tuo? Intendo in maniera caratteriale, sei sicuro di te stesso o sei totalmente diverso da Ivan? 

Domanda difficile. Nei primi libri uno scrittore mette tutto sé stesso, c’è un autobiografismo narcisistico impressionante. Poi viene fuori la voglia di inventare personaggi e situazioni che con te hanno poco a che fare. Quanto c’è di me in Ivan Cataldo? Non saprei. L’edonismo, forse. Il gusto per il glamour. La fascinazione verso le cose che non dovrebbero essere fatte. Ma come etica credo ci sia un abisso. A mio favore naturalmente.

BARBARA GALIMBERTI: Quale tra i tuoi libri hai amato di più? 

Ogni libro è una storia a sé, figli diversi ma che ami nello stesso modo. IO NON SONO COME VOI ha il fascino del romanzo acerbo, con uno stile ancora in embrione. CATTIVO è stato scritto in un paio di mesi, cosa per me inusuale, ed è quello che deve essere, un romanzo breve e senza fronzoli. NON FARE LA COSA GIUSTA è il libro più sofferto, con il quale ho cominciato a fare sul serio. ANCHE LE SCIMMIE CADONO DAGLI ALBERI e KAMASUTRA KEVIN assecondano il mio lato umoristico, li amo tantissimo. LE SIAMESI e LA DOTTRINA DEL MALE hanno inaugurato il nuovo corso. Presuntuosamente li amo tutti.

Grazie ad Alessandro Berselli.