Vi avevamo raccontato la riedizione del suo romanzo “La prossima estate” (recensione) edizione Persiani, adesso è un autore dell’antologia “E poi ci troveremo come le star” edita da Morellini Editore e curata da Luca Martini e Paolo Panzacchi. Abbiamo incontrato Alessandro Bruni e lo abbiamo intervistato.

Il tuo lavoro è l’avvocato: qual è stata la “molla” che ti ha spinto a scrivere?

Abbozzavo scritti già molto tempo prima di intraprendere la professione. Aborti. La molla è quella malattia che si chiama grafomania che tanto infastidisce alcuni letterati e addetti ai lavori dell’editoria. Ho superato il primo stadio, non mi hanno abbattuto e negli anni ho conservato la presunzione di avere qualcosa da raccontare, abbinata alla consapevolezza che devo farlo nella maniera migliore possibile, lottando con i  miei limiti, la banalità, la sciatteria, la pigrizia e la mia stessa presunzione. In questo senso non si è creata antinomia con il mio lavoro di avvocato: in entrambi i casi dobbiamo raccontare la migliore versione possibile della storia.

Quali sono i tuoi autori preferiti? Ami tutti i generi letterari?

Cerco di leggere di tutto senza pregiudizi. Non ho autori preferiti, semmai libri. Capita di  leggere un’opera capolavoro di un autore e poi qualcosa di molto deludente della stessa mano, per cui cerco di non affezionarmi a nessuno. Faccio un’eccezione per Jean Claude Izzo.  Amo e leggo generi letterari diversi e mi piace l’idea che si possano mescolare.

L’idea geniale di questo romanzo basato su un tragico equivoco ti è balenata tutta in mente rapidamente o sei partito dall’incidente e poi, via via, hai concatenato i fatti man mano che scrivevi? Raccontaci come è nato questo libro!

Avevo in testa i personaggi, poi il primo evento tragico e l’idea di un effetto domino basato su un equivoco.  Dopo è intervenuto un lavoro di destrutturazione creando i diversi punti di vista dei personaggi e le varie parti. Cercavo un meccanismo narrativo  complesso che percorresse un filo sospeso tra la risoluzione logica di un delitto, tipica del giallo, e il flusso di emozioni di una colpa da rimuovere e da cui fuggire, più tipico del noir.

Quali sono i tuoi principali hobbies?

Libri a parte, trekking, nuoto e concerti rock.

Una curiosità: la prima pubblicazione del romanzo con titolo “La prossima estate” è avvenuta nel 2008 con Giraldi Editore. Come mai hai ripubblicato il libro nel 2019, aggiungendo una parte di titolo che fa intuire meglio al lettore che si tratta di un noir? Lo hai anche parzialmente riscritto o è rimasto uguale?

Nel 2017 sono tornato in possesso dei diritti che ha acquisito il nuovo editore. Volevo risistemare alcune parti e definirne meglio altre. C’è un passaggio decisivo della trama che è stato riscritto e modificato. Il sottotitolo nuovo è un richiamo al romanzo di Durrenmatt, La promessa – Un requiem per il romanzo giallo, che avevo citato sin dalla prima edizione e che mi sembrava opportuno evidenziare nel rispetto dell’intento narrativo della prima ora.

Grazie ad Alessandro Bruni.

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