Maradagal

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Published: 18/06/2020

Format: Brossura

ISBN: 9788831984515

L’AMENA BRIANZA, TERRA DI MALAFFARE

Una Brianza soffocante come uno stanzino saturo di anidride carbonica, la politica becera dei soliti malacarne che pensano solo ad accumulare soldi concedendo licenze edilizie come confetti a un matrimonio e un quasi-giornalista, anzi meno, un quasi-pubblicista che si intestardisce sulla sorte dello scemo del paese mettendo il naso in qualcosa che non dovrebbe.

Questo è il quadretto iniziale di un giallo ben ambientato che ha l’irritante obiettivo di raccontarci come viviamo tutti noi, oggigiorno. E ci da’ fastidio, per forza, ma ha ragione Tornaghi: il vero giallo siamo noi, vittime e assassini della terra che ci circonda e dei nostri sogni sepolti sotto tonnellate di cinismo.

Si legge bene, questo romanzo scritto con un ottimo senso del tempo, ritmo incalzante, tono scanzonato quanto basta, linguaggio semplice, corrente eppure curato. Ricco di scambi diretti di battute, non scade mai nel triviale, non ce n’è bisogno perché triviale lo è già la vita che conducono i personaggi.

“E’ per l’articolo.” -Oh, per prima cosa devi scrivere che questo è un restauro conservativo.- Marcello strabuzzò gli occhi “Conservativo? Ma se avete buttato giù tutto!” – Oh, senti, si chiama così, e vuol dire che qui si respirerà quell’aria vecchia Brianza che è andata perduta altrove(..) Noi della Ripani Case stiamo realizzando soluzioni per tutte le esigenze, bilocali carinissimi e quadrilocali signorili. – “Tutti dentro lì?” chiese Marcello indicando la cascina. – Lì e nelle quattro palazzine che costruiremo attorno. Immerse nel verde. – “Se fai altre quattro palazzine arrivi alla statale” – E infatti saranno palazzine servitissime.- “Da cosa?”  – Dalla strada.-

Paolo, il giovane aspirante giornalista che in realtà non ha ancora deciso cosa fare da grande, ha parecchie difficoltà a ritagliarsi uno spazio nel mondo, ma uno stupido scambio di identità in cui è inciampato in un suo articolo per colpevole superficialità, lo spinge a riparare all’errore e scoprire chi è veramente la persona che sembra sia scomparsa. Pare si tratti di un innocuo deficiente, ma Paolo scopre che il suo paese è zeppo di dementi, o peggio, e con perplessa cocciutaggine si infila in un ginepraio coadiuvato da Libero Cattaneo, poliziotto addetto alla scorta di un magistrato, che entra nella sua vita con una certa ritrosia, ma annusa subito i guai che scaturiranno da questa storia apparentemente insignificante e finisce per dargli una mano.

Romanzo di ambientazione che più provinciale non si può, ci permette di dare uno sguardo approfondito alla piccolezza morale degli imprenditori fai-da-te (a tutto campo, anche quando si tratta di rimuovere gli ostacoli) e al valore della riconoscenza, della memoria storica, del rispetto per sé e per gli altri.

Una buona lettura, interessante e molto avvincente. La suspense non è l’aspetto predominante – almeno nella prima metà del racconto; arriva con calma insieme a qualche trucido personaggio della mafia calabrese che, come è noto, sta’ di casa nel nostro ameno, profondo nord.

Ma quel che conta davvero è come si muove il cittadino, quanto sente la sua appartenenza al territorio e al consesso umano. E la conclusione, purtroppo è: molto poco. Forse, alla fine di questo giallo che in certi punti è anche affettuosamente ironico e ci strappa più di un sorriso, impareremo che girare la testa e fingere che non sia accaduto nulla può essere la scelta peggiore.

Un grazie a Eugenio Tornaghi, perciò, che ci permette di ragionare sul nostro presente e su come dovremmo cambiare il futuro. Magari ci riuscissimo!

TRAMA

Paolo non è neanche un amico, giusto un conoscente, riapparso per chiedere un favore. Ma quando subisce un’aggressione, Cattaneo non può fare a meno di chiedersi: “Perché?” Possibile che c’entri il suo lavoro di giornalista? Viveva in un piccolo paese e aveva scritto qualche articolo sulla scomparsa di un matto, del quale sembra non importare nulla a nessuno. Nella Brianza dei primi anni duemila, ancora lontana dalla crisi, sono tutti troppo impegnati ad arricchirsi con l’edilizia, per perdere tempo dietro a un vecchio scemo che viveva di lavoretti e carità. Sullo sfondo di una Brianza abbandonata, che riporta alla memoria il paese fantasma sud-americano Maradágal raccontato da Carlo Emilio Gadda, un giovane Libero Cattaneo, non ancora commissario, indaga e svela una storia nella quale il matto non è lo scomparso. E nessuno è innocente.

Se volete ascoltare l’incipit letto da Barbara:

 

4.8Overall Score

Maradagal

L'AMENA BRIANZA, TERRA DI MALAFFARE Una Brianza soffocante come uno stanzino saturo di anidride carbonica, la politica becera dei soliti malacarne che pensano solo ad accumulare soldi concedendo ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    4.5
  • Scrittura
    5.0

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