UN RESPIRO PIENO D’INQUINAMENTO
L’undicesimo capitolo dell’ispettore capo Chen Cao scava nell’aria di una Shanghai, con un titolo che a prima vista richiama gli stili cinesi, ma che nasconde in quelle tre parole tutta l’essenza del nuovo romanzo di Qiu Xialong.
L’autore ci butta subito nella trama crime fin dalle prime pagine, a Shanghai c’è un presunto serial killer, 4 sono le persone morte fin ora e nessuno sa cosa può accadere, se la scure della morte si abbatterà ancora sulla città cinese. L’ispettore capo Chen Cao non può seguire il caso, deve aiutare il compagno Zhao in una missione datagli dal partito.
Lontano dalla vera indagine Chen Cao dimostra ai lettori il tempo che è passato in undici romanzi, non è più un agente a servizio del Partito, ma un ispettore a servizio della Cina. Diviso sempre tra buona cucina e poesie, il pensiero di Chen é più tormentato, affaticato e molto meno flessibile. Ha una rigidità di pensiero che solo l’esperienza costruisce.
Il giorno successivo, di primo mattino, Chen era già sul treno ad alta velocità Shanghai-Wuxi, seduto vicino al finestrino. La notte precedente aveva dormito non più di tre ore. Il treno stava rallentando, e sullo schermo a cristalli liquidi in fondo alla carrozza era apparsa la scritta “Prossima fermata Wuxi. Destinazione raggiunta fra tre minuti “.
Nel suo nuovo romanzo Qiu Xialong ci parla dell’inquinamento atmosferico che rende Pechino e Shanghai le due città più irrespirabili della Cina. Lo fa nel suo stile, quello classico di Xialong: dove il crimine è il pretesto per narrare problematiche vere e preoccupanti di una delle più popolose nazioni del mondo. Non manca mai il riferimento alla Rivoluzione culturale che ha segnato molto lo scrittore, ne è stata una vittima, ma che secondo lui è all’origine di tutte le problematiche attuali.
La tematica è forte e la descrizione di Xialong è claustrofobica, quel cielo grigio ci copre le teste e noi ne siamo succubi. Ma è dove meno lo crediamo una possibile soluzione: in internet.
Noi occidentali liberi vediamo il male, una forma d’informazione senza filtri e noi siamo spugne digitali che incameriamo tutto senza sconti. Invece, per una popolazione come quella cinese, che hanno tutto perso durante la Rivoluzione voluta da Mao, per loro è un modo di vedere cosa c’è oltreconfine. Anche se la censura cinese è molto forte e prepotente.
Un romanzo dove il messaggio è più importante della forma. La scrittura e la suspense non risaltano dopo i racconti che si leggono nel romanzo. La situazione è talmente tragica che tutto riesce a passare in secondo piano.
Ma Xialong è ottimista dice che la Cina toccherà il fondo ma saprà rialzarsi anche più forte di prima, ma ci vorrà del tempo. Per saperne di più sul romanzo di Qiu Xialong e della Cina, vi lascio il link alla pagina del Covo dove il 15 novembre abbiamo incontrato l’autore e potrete vedere la nostra intervista in diretta (clicca qui).
Traduzione: Fabio Zucchella
Editore: Marsilio
Anno: 2018