Recensione tratta dal blog A l’ombra del Crim di Anna Maria Villalonga, traduzione di Patricia Vila Armangue
Sono stata intrappolata nella trama del romanzo di Jordi de Manuel. Ed una volta divorato (non c’è altro verbo più appropriato) “L’odore della pioggia”, sono sicura che rimarrò per sempre in questo labirinto costruito da salti temporanei, personaggi pieni di sfumature e vena fantasiosa molto fine. Prima di proseguire con questa recensione, desidero fare un chiarimento: Ho spiegato in altre occasioni, che la letteratura di Jordi de Manuel si trova a cavallo di vari generi (fantascienza, giallo, fantasy, futuristico).
Alcune persone si spaventano sentendo questi termini, specialmente il primo. Non conosco i motivi di un così marcato preconcetto contro la fantascienza, ma posso assicurarvi che se non vi piace, questo non sarà il caso del lavoro di De Manuel. La sua incursione nel genere non ha nulla a che fare con tutto ciò che le recenti coperture mediatiche (in particolare i film) possono indurci ad immaginare. Niente astronavi, alieni giganti, marziani verdi o meteoriti in fiamme. La fantascienza di De Manuel è controllata e plausibile, proiettata a pochi anni dal presente in cui viviamo e perfettamente accettabile dalla logica più pura.
Faccio solo un esempio e chiudo la digressione: è come se circa trent’anni fa qualcuno avesse descritto tutto ciò che Internet ci offre oggi. Non lo chiameremmo fantascienza? Colgo dunque l’occasione per combattere tutti i pregiudizi che, in un blog di letteratura, non possiamo permetterci. Non ci sono generi minori. Ci sono opere buone e opere cattive. Jordi de Manuel è uno scrittore di grande talento, con il quale mi sento enormemente in sintonia nonostante la sua formazione scientifica (ha un dottorato in Biologia) così lontana dalla mia. Tuttavia, leggendo i suoi romanzi e racconti, si palesa che abbiamo in comune l’amore per la conoscenza umana e che entrambi consideriamo che il sapere autentico è un tutto indissolubile.
“L’odore della pioggia” è un romanzo ambizioso. Molto ben chiuso, fatto come un delicato puzzle, trascende le contingenze dei generi (penso che questo sia precisamente uno dei grandi successi dell’universo di De Manuel: la trasgressione delle convenzioni) e ci conduce in un ambiente difficile e ogni volta più catastrofico, scosso dal grave problema della siccità estrema. Il mondo come lo conosciamo non ha futuro e poiché la vita diventa piena di difficoltà per gran parte delle persone del pianeta, la trama scientifica e criminale, in quanto lettori, inevitabilmente ci intrappola.
Se non mi piace rivelare nulla nella trama dei libri che recensisco, di questo ancora meno. Beh, non è solo che non mi piace. È che non posso farlo. Jordi de Manuel, molto coraggiosamente, mette insieme un finale che rompe anche con le convenzioni. Non perché sia inaspettato nel senso classico del termine, ma perché è diverso e ricco di significato. Siamo costretti a parlare di nuovo della rete labirintica, dei salti temporanei, dei personaggi che perdiamo e troviamo.
L’odore della pioggia è solo un collegamento (e che collegamento!) In questo romanzo originale e atipico sull’indagine del poliziotto Marc Sergiot. De Manuel eccelle nel descrivere gli ambienti. L’atmosfera angosciosa di siccità, l’aria che bolle negli occhi e nella gola a causa della presenza di sale marino, l’assenza di piante, la desertificazione, la sete, la malattia, l’acqua sporca.
Il lettore finisce per desiderare fisicamente che piova e piova, nella vita reale. Un bisogno impellente di annusare l’aroma della terra bagnata, il profumo rivitalizzante di umidità e acqua, l’odore della pioggia. Ora che sto conoscendo meglio l’universo demanuelista (o “sergiotista”, chissà), potrei correggere alcune delle cose che ho sottolineato in recensioni precedenti. Ma non lo farò. Vi esorto a cadere a carponi, come è successo a me, in questa bella trappola. Farete meglio a uscirne da soli, senza il mio aiuto. De Manuel si è posto una sfida personale e ci ha trascinato senza pietà anche noi lettori. E io, cosa volete che vi dica, ne sono pure grata.
Ora impazzisco nelle librerie per trovare il resto dei romanzi della serie. Tirare avanti e indietro, indovinare e commettere errori, scoprire e imparare. Possano tutte queste mie dichiarazioni non farvi, tuttavia, immaginare qualcosa che non’è. De Manuel è un genere criminale, intrigante, con suspense e teneri personaggi, carne e sangue (umani e animali), alcuni dei quali mi hanno letteralmente rubato il cuore. La finzione di un uomo intelligente con molte cose da dire che, ancora una volta, dimostra la vitalità della letteratura in Catalogna.
Editore: La Magrana – RBA Libros
Anno: 2006