L'animale più pericoloso

L'animale più pericoloso

PREDE E PREDATORI TRA LE VALLI DELL’ALTO ADIGE

Dora Holler ha tredici anni e le idee chiare su ciò che non va nel mondo. Adesso si è data una missione: salvare il nido di una lince. Per questo scappa di casa con Gert, un tizio che ha conosciuto su Internet: solo che Gert è un adulto e, soprattutto, il movimento ecologista di cui dice di far parte non esiste. Gert le ha mentito, e una fuga che doveva essere un viaggio iniziatico si trasforma in un incubo, mentre la ricerca della ragazzina scatena volontari armati di fucile, teste calde e le immancabili lotte di potere. Per salvarla serve qualcuno che ha conosciuto da vicino l’orrore, un uomo secco come un colpo di manganello e dallo sguardo come filo spinato: il capitano dei carabinieri Viktor Martini. Lo stesso che in un’altra vita, a Roma, ha catturato lo Squartatore di Testaccio…

Uscito a puntate su la Repubblica dal 9 al 25 agosto 2019, L’animale più pericoloso – l’ultima fatica di Luca D’Andrea, dopo La sostanza del male, Lissy e Il respiro del sangue – si svolge in Alto Adige (l’autore è nato e vive a Bolzano). È qui, in una bella casa ordinata, ma con una punta di confusione che metteva allegria, che vive la giovane protagonista, appassionata sostenitrice della causa ambientalista e figlia ribelle com’è normale alla sua età cui il padre, in forze al Soccorso alpino, ha incautamente rivelato l’imminente cattura appunto d’una lince e dei suoi cuccioli, che verranno poi provvisoriamente imprigionati lontano dal loro nido, in una valle poco distante, per consentire la costruzione sul posto d’una funivia che renderà più facili i collegamenti e darà impulso al turismo.

Tutto corretto, quindi, solo che Dora non può accettare l’idea che la lince debba pagare con la reclusione, seppur temporanea, l’interesse e le priorità stabiliti dagli uomini. Così, complice appunto l’amicizia intrecciata sul web con quello che le si è raccontato come un altrettanto combattivo soldato della causa, scappa di casa per raggiungere la valle e mettere in salvo la giovane mamma e la sua cucciolata: e scompare.

Scompare tra le montagne di quell’Alto Adige che è, proprio, casa sua (“Superò il panificio della signora Kircher, il bar di Alois, il Despar, la filiale della Volksbank e il negozio di articoli sportivi del signor Wegener con la statua di Sepp Innerkofler in vetrina…”) e che tuttavia adesso potrebbe averla imprigionata, forse per sempre, in un labirinto senza luce né uscita:L’Alto Adige… è popolato da caprioli, marmotte, faine, volpi e da qualche esemplare di lupo, per non parlare dell’infinita varietà di insetti, pesci di fiume o lacustri, uccelli che vanno dal passero al gallo cedrone fino alla regina del cielo: l’aquila reale. Esseri umani, pochi. Cinquecentomila abitanti su settemila chilometri quadrati di cime, ghiacciai e foreste. La geografia ama il mistero e il mistero prolifera dove l’essere umano è raro. Per questo in Alto Adige esistono luoghi che gli antichi geografi avrebbero descritto con le parole: Hic sunt dracones… Dove ci sono i draghi, è la geografia a dettare le regole. Non l’uomo. Credere che ogni millimetro del pianeta sia controllato e controllabile è la più claustrofobica e ingenua fra tutte le superstizioni del XXI secolo”.

L’appassionata, combattiva Dora dai biondi capelli raccolti in due trecce arruffate scappa di casaperché portava le trecce come Greta Thunberg, perché leggeva un sacco di libri e guardava ancora più documentari, perché aveva deciso che il tofu era meglio dello speck, perché sua madre mentiva quando le assicurava che questa ragazza-bruco sarebbe presto diventata una splendida ragazza-farfalla, ma soprattutto perché suo padre, l’uomo che una volta l’aveva portata sulla Croda Rossa ad ammirare la danza d’amore delle aquile, le aveva detto che certe faccende non erano roba per tredicenni”.

Scappa per unirsi a Gert, membro d’una non meglio precisata e di fatto inesistente Resistenza ecologista, ventisettenne dal passato problematico (“A tredici anni viene tolto al padre, una sorta di survivalista con un elenco di precedenti lungo così, che soffriva di disturbi della personalità associati a crisi di aggressività…”) che naturalmente non è chi le ha detto di essere e che la porterà via con sé in un viaggio dove non sarà facile distinguere le prede dai predatori, i buoni dai cattivi, i sommersi e i salvati: mentre a cercar di ricostruire motivazioni e movimenti della ragazzina per rintracciarne il possibile percorso ci sarà il capitano Viktor Martini, reduce da tre mesi di ricovero in ospedale psichiatrico dopo la cattura dello Squartatore di Testaccio e attualmente compilatore di scartoffie (“Batto verbali, contravvenzioni e moduli per la benzina. Nient’altro”, spiegherà al generale Leoni, che lo vuole sul caso insieme agli altri) in attesa “d’esser processato, degradato e buttato fuori dall’Arma”. Starà a lui riannodare i fili d’un disegno complesso che parte da molto lontano e che lo porterà ancora una volta di fronte a un imperscrutabile, implacabile abisso.

Editore: Einaudi
Anno: 2020

4.0Overall Score

L'animale più pericoloso

PREDE E PREDATORI TRA LE VALLI DELL'ALTO ADIGE Dora Holler ha tredici anni e le idee chiare su ciò che non va nel mondo. Adesso si è data una missione: salvare il nido di una lince. Per questo ...

  • Trama
    4.0
  • Suspense
    4.0
  • Scrittura
    4.0

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