SPERICOLATO, ENTUSIASMANTE, SCONVOLGENTE
Apro questo libro scritto in uno stile originale, sontuoso e indescrivibile con quel misto di siciliano italianizzato e grammelot mentale e incappo subito, a pagina 10, in una frase vera e solida come il monumento a Garibaldi:
La precisione è un fatto complicato, un fatto che l’uomo lo fraintende, prendi la natura per esempio: ti pare precisa solo perché sei tu che c’hai bisogno della precisione, e così ti fissi che ogni cosa è messa come se fosse messa con un pensiero che l’ha messa proprio in quel modo lì, con fiori che viene la primavera e spuntano i fiori, gli alberi e il sole e la tempesta invernale, e invece sta tutta nell’imperfetto, la natura, è il contrario della precisione, ed è solo il tuo occhio che lo vede al contrario.
Ci avevate mai pensato? Io sì, ma vai a dirlo come Palazzolo. E chi è che ci parla in questa lingua arcaico-avveniristica? Un morto, naturalmente. Un killer. Un uomo buono e cattivissimo. Paura eh?
Nato con l’aiuto del forcipe che gli ha leso qualcosa nel cervello, Ernesto Scossa cresce in Sicilia essendo considerato il povero scemo di casa, ma ad un certo momento gli viene affidato il ruolo di killer sul Continente, perché in famiglia ognuno deve guadagnarsi la pagnotta e i primi risultati sono curiosamente positivi. Nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo, neppure lui incapace com’è di fare previsioni a breve o lungo termine. Poi commette un errore. In fondo è un romantico: si innamora, cominciano i guai e lui non sembra proprio in grado di schivarli. E’ una sorta di cucciolo d Rottweiler agitato, aggressivo, ma innocente e immemore. E con la fissa della precisione (ecco che ritorna).
Perché c’è qualcosa di impreciso, fuori posto come le bottigliette di shampoo nel bagno di casa che hanno le etichette girate, in questo amore impossibile. Impossibile perché? Ernesto non cerca una spiegazione, ma una soluzione concreta: deve nascondersi con Katia per salvare la pelle di entrambi; lo “zio” non permette che i suoi ordini vengano ignorati ed Ernesto si è allargato un po’ troppo.
Ma io vi sto raccontando una storia, mentre questo libro è altro e adesso tento di spiegarlo.
“La vita schifa” ci dice che non esiste redenzione, che la colpa – ogni colpa – ce la portiamo incisa sottopelle, che ogni buona intenzione viene annullata dagli atti crudeli, o semplicemente indifferenti, che compiamo. Siamo tutti morti nell’anima, fin da subito, da quando svillaneggiamo un compagno di scuola a quando ci facciamo crescere il pelo sullo stomaco. Non esistono santi e madonne, sono colpevoli anche loro, magari per eccesso di bontà.
No, non è un giallo questo libro. E non ci fa passare qualche ora immemori del mondo che ci circonda. E’ filosofia sgangherata e sogghignante, è tragedia greca rappresentata in una discarica, è qualcosa che ti lavora dentro.
Mi sento di ringraziare Rosario Palazzolo per questo lavoro di cesello. Anche se fa male, molto. Forse proprio per questo.
Editore: Arkadia
Anno: 2020