La seconda porta

La seconda porta

C’E’ UNA SECONDA OPPORTUNITA’ PER TUTTI

Ecco un racconto che prende corpo e si rafforza mano a mano che avanza, per poi sfumare come un sogno e lasciarci con una quantità di domande senza risposta sulla nostra vita quotidiana ed i rapporti con le persone che incrociamo: così vicine, così lontane.

Questo non è un giallo, non è un thriller, non è un noir. E’ una storia dei giorni nostri, in cui uomini mediamente insoddisfatti che vivono dalla parte “giusta” del mondo collidono con la gente che arriva da quella più problematica e che fa assaggiare a chi li accoglie – con minore o maggiore indifferenza – il pane salato della propria esistenza precaria. Volenti o nolenti, siamo tutti coinvolti e così l’ancor giovane Milo (pubblicitario con velleità etiche e sociali, giacché si occupa di una sorta di “Pubblicità Progresso” che porta all’agenzia lustro, ma pochissimi introiti), si ritrova per le mani la vita di un giovanissimo egiziano che gli si intrufola in casa.

Fino ad un attimo prima i suoi problemi erano quelli, banalissimi, di ognuno di noi: amore, rapporti tesi coi vicini di casa, incomprensioni sul lavoro e, improvvisamente, eccolo catapultato in una realtà di scafisti e malaffare di cui sa soltanto che gli procureranno guai. Come se non bastasse, Adam (questo è il nome evocativo del migrante) è difficile da gestire: racconta mezze verità, quando non vere e proprie menzogne, è sempre sul punto di andarsene e invece rimane nascosto nell’appartamento in ristrutturazione, sfoggia timidamente una sessualità ambigua.

La storia, che insisto a non definire un giallo ma piuttosto un romanzo sociale ansiolitico, si complica lentamente e acquista suspense proprio perché accadono cose sgradevoli in cui ognuno di noi potrebbe trovarsi invischiato perché privo della scaltrezza data dal bisogno o del cinismo del malfattore.

Chi è davvero Adam? Perché improvvisamente c’è gente interessata alla sua vita? C’è veramente qualcuno che sta controllando i movimenti di Milo? Le domande trovano, poco a poco, una risposta, che non è confortante e ci scaglia in faccia la realtà dei nostri giorni: l’accoglienza dei migranti è una faccenda seria, non basta la buona volontà e la benevolenza evangelica. Ci vogliono progetti concreti e conoscenza delle dinamiche storico-sociali del fenomeno, ci vuole coraggio e mente aperta, ci vuole umanità nonostante tutto.

Milo desidera aiutare Adam ed è confuso, amareggiato e disorientato dalle troppe bugie che gli vengono raccontate e che scardinano le poche certezze della sua vita. In una Milano che potrebbe essere qualsiasi città del mondo nella sua indifferenza sovrana nei confronti di ciò che accade ai suoi abitanti, Milo e Adam cambieranno, non sappiamo se in meglio, ma saranno più corazzati contro gli imprevisti, a volte crudeli, della vita e diventeranno adulti responsabili. Forse.

Editore: Baldini+Castoldi
Anno: 2019