TRE DONNE ED UN CASELLO FERROVIARIO
Secondo romanzo di Rosa Teruzzi con protagonista la famiglia matriarcale più eclettica di Milano. Dopo il primo episodio “La sposa scomparsa” dove abbiamo imparato a conoscerle, ecco che tornano le tre donne del casello. Iole, la nonna molto esuberante. Libera, la fioraia figlia di Iole e Vittoria, la nipote poliziotta si sono riunite in una nuova avventura. Il desiderio di Libera e la volontà di Vittoria di non fare più le detective dilettanti, viene sconvolto da una richiesta particolare. Manuela si deve sposare e vorrebbe sapere chi è suo padre, la madre Patrizia non ha nessuna intenzione di dirglielo.
Ed eccole rientrare in gioco. Da un lato Iole e Libera, le dilettanti allo sbaraglio e dall’altra Vittoria, la professionista, che non vuole vederle indossare panni che possono diventare troppo pericolosi. E sono loro il punto forte dei romanzi di Rosa Teruzzi. Le loro personalità, i loro problemi quotidiani e la loro tenacia. Personaggi che la scrittrice tratteggia con profondità e leggerezza contemporaneamente creando un’empatia con il lettore immediata.
La voce di Rosa Teruzzi è la cosa più interessante dei suoi romanzi. Una voce delicata, leggera che tocca tasti profondi e li appoggia lì, ad uso del lettore. In questo romanzo si capisce la forza dei contenuti che non devono sconvolgere, ma devono far riflettere.
La trama, che s’aggroviglia con le pagine del romanzo, è lineare in un crescendo logico e strutturato. Tutto quello che accade è la conseguenza logica di quello che è stato. Ricalcando il giallo classico, la scrittrice delimita due spazi: la storia gialla, destinata a chiudersi con il romanzo, e la vita delle protagoniste che rimane sospesa in attesa di una nuova avventura. La suspense è giusta, nei tempi e nei ritmi. Una caratteristica che ti porta a divorare il romanzo in una giornata.
Capì che era uno di quei famosi giorni dalla sua camminata: la sentiva andare su e giù per la camera da letto, con passi nervosi, come in gabbia. Manuela, sua figlia, non aveva segreti per lei, si disse Patrizia e, nel pensarlo, un involontario sorriso di amarezza le sfiorò il volto.
In un momento storico dove molto è urlato, leggere Rosa Teruzzi ti appacifica con il mondo. Sai che esiste ancora il garbo, anche per dire le peggiori cose. E ci si rende conto che anche le mostruosità non diventano altro, ma le conosci nel profondo. Le incontri con lo stesso rispetto che la scrittrice ha usato per raccontartele.
Editore: Sonzogno
Anno: 2017