La baia

La baia

BUFERA SULL’ARCIPELAGO SCILLY

Fa un freddo cane sull’isoletta di Bryher, nell’arcipelago delle Scilly. Lunga due chilometri, larga uno, battuta da venti furiosi e sotto un cielo che gronda pioggia, non è il luogo più ameno del mondo.

Ed è proprio qui che l’ispettore Ben Kitto si rifugia per leccarsi le ferite dopo la morte della sua partner, di cui si sente responsabile. L’uomo inciampa subito in un omicidio e non riesce a tenersi lontano dalle indagini. Sempre al freddo, sempre sotto un cielo plumbeo e nemico.

Mano a mano che , con buon passo sicuro, ci si addentra nella storia e si comincia a conoscere la vita dei pochi abitanti dell’isola, si ha la certezza che la scoperta dell’omicida farà male perché ognuno di loro è descritto con l’affetto del ricordo: Ben Kitto è nato lì, conosce tutti e da tutti è conosciuto, ma gli anni passati lontano hanno cristallizzato le immagini della sua giovinezza, mentre nel frattempo la vita ha proseguito la sua corsa e le persone sono cambiate.

La vicenda è ben raccontata, piena di pathos e scritta con nerbo, con qualche “salto in avanti”, qualche flash che trasporta il lettore oltre la banalità del gesto quotidiano: non sempre l’azione è perfettamente conclusa, come se l’autrice dimostrasse fretta di proseguire nel racconto senza soffermarsi su inezie del tipo “chiuse la porta e uscì”: così ci fa trovare Ben Kitto in marcia lungo i sentieri dell’isola anche se poco prima stava ancora facendo la doccia. Questo particolare stile di scrittura non crea, però, nessuna difficoltà nella comprensione del thriller e sottolinea l’aspetto caratteristico di questa scrittrice: la concretezza. I suoi personaggi e la natura descritta sono reali, fisici, tridimensionali: li vediamo, li tocchiamo e ci sentiamo partecipi dell’inchiesta e dei dubbi che lacerano l’ispettore.

Che ritroveremo senz’altro tra le pagine di un nuovo libro o, probabilmente, in una bella serie TV.

Adesso stiamo passando nel villaggio al centro dell’isola: due dozzine di piccoli cottage con i tetti di ardesia, costruiti in un avvallamento con la pietra locale. Dietro le case c’è la sala comunale, dipinta di un giallo aggressivo. La vecchia scuola si trova alla periferia del villaggio (….) Costeggiamo Gweal Hill finché ci troviamo davanti un mare molto diverso, con onde abbastanza violente da spostare i massi come se fossero biglie. La casa in cui sono cresciuto sorge a Hell Bay. E’ una semplice scatola di pietra sotto un tetto penzolante, con le finestre ricoperte di brina.

Traduzione: Federico Ghirardi

Editore: La Corte
Anno: 2019