Delitto ad arte

Delitto ad arte

SI UCCIDE ANCHE NEL MONDO DELL’ARTE CONTEMPORANEA

L’arte del titolo di questo romanzo non è solo la capacità di commettere un delitto e non farsi scoprire, ma è anche l’Arte con la A maiuscola ad essere colpita e più precisamente l’arte contemporanea. Sara Kim Fattorini, dopo la sua opera prima La Chimica dell’Acqua (recensione) e dopo aver vinto la menzione al Festival Giallo Garda, torna a raccontarci un nuovo caso del suo detective privato Guglielmo Corna, questa volta nel mondo patinato dell’arte e del collezionismo.

Sara Kim Fattorini tenta il colpaccio e ci riesce. In primis ci racconta un mondo non sempre conosciuto quello dell’arte contemporanea e lo fa senza raccontarci le opere o gli artisti, ma sviscerando il mondo che sta alle spalle, quello che noi comuni mortali non vediamo, fatto di una borghesia molto abbiente che egoisticamente rinchiude l’arte nelle proprie quattro mura per ammirarla in tutta tranquillità e per evitare agli altri di poterne fruire. La scrittrice si avvicina molto alla costruzione della ben nota Agatha Christie, anche lei come la scrittrice inglese, conosce la borghesia e da risalto a tutte le sue contraddizioni e le malefatte che si celano dietro a belle case e vite dorate. Sviluppa dei suoi personaggi il lato psicologico, i meccanismi dei tanti personaggi che li potrebbero portare a commettere qualunque cosa pur di affermare il loro status. Non era la stessa cosa che faceva la Christie?

Ambientato tra il lago d’Orta, Milano e Miami, Sara Kim Fattorini ci offre anche una nuova sfaccettatura del detective privato Corna, un aspetto intimo e personale senza invadere un romanzo giallo ben riuscito, di troppo color rosa che stempera solo l’intensità dell’indagine. Come la Christie anche lei affida le indagini ad un detective privato, Corna, che ha un collegamento diretto con il commissario Fenchel, ma per il resto rimane il cane sciolto che si muove senza particolari autorizzazioni anche perchè di solito pagato da un parente della vittima.

In questo casa Corna deve risolvere il caso della morte della collezionista Eleonora, moglie di David Fairchild che di rientro da un viaggio di lavoro dal Brasile la trova esamine in una posizione che ricorda un’opera di Maurizio Cattelan. Corna viene assoldato dal collezionista Fairchild che gli permette d’immergersi nel mondo dell’arte contemporanea e interrogare tutta una serie di personaggi tra galleristi ed artisti che in altra veste non avrebbe mai avvicinato così nel profondo.

“Buongiorno, posso parlare con il detective Corna?”. Quel “detective”, pronunciato con inflessione america, aveva incuriosito Guglielmo. “Sì, sono io. Mi dica.” “Salve, sono David Fairchild e ho avuto il suo numero da una sua cliente: Adriana Giorgetti. Vorrei poterla incontrare il prima possibile. Mia moglie è morta. Anzi, è stata assassinata.” In meno di due ore Corna aveva raggiunto Milano in auto, ripassando durante il viaggio quel che aveva letto negli ultimi giorni sulle pagine di cronaca dei principali quotidiani.

Sul finale la scrittrice riesce a raccontarci un mondo, togliendosi qualche sassolino che certo non le faceva male, ma un po’ di fastidio glielo dava. Un romanzo che affonda nell’arte contemporanea tra Milano e Miami, un romanzo che trova il suo epilogo nella bella cornice del Teatro alla Scala, come l’arte contemporanea anche il caso di Corna deve ritornare indietro dove l’arte classica ha messo le basi per il futuro, come se conoscendo la bellezza del passato si può interpretare la bellezza odierna.

Se avete amato La Chimica dell’Acqua, sempre edito da SEM, amerete ancora di più questo romanzo dove si nota una crescita di Sara Kim Fattorini ed una capacità di creare interesse e differenza in un panorama di cloni e situazioni viste e riviste. Un giallo, nel vero senso del termine, che ricrea atmosfere e costruzioni di una volta, anche nella sua contemporaneità. Da leggere.

Musica consigliata: Artpop di Lady Gaga

Editore: SEM
Anno: 2018