ANIME RIARSE IN UN PAESAGGIO ROSSO FUOCO

Come comincio? Bella domanda, c’è solo l’imbarazzo della scelta e io sono davvero imbarazzata. Se dico che questo romanzo è bellissimo, in realtà non sto’ dicendo nulla, ma possiede delle immagini talmente vivide da risultare travolgente. Davvero. E allora comincio con un incendio.

Il rombo dell’incendio è vicinissimo ormai. Si odono esplosioni, schiocchi come di frusta o spari, e quando Martin arriva sulla veranda intravede nella boscaglia le lingue arancioni della morte. (…)Il treno merci investe il retro della casa inghiottendola in una nebbia rossa e arancione come un drago che sbrana la preda; la finestra è protetta dalle persiane chiuse, ma sembra che le fiamme siano raggi X capaci di attraversare legno, vetro e stoffa.

Il fronte di fuoco avanza nel bush australiano e Martin, giornalista dal passato avventuroso, ma non particolarmente amante della vita selvatica, si ritrova nel bel mezzo dell’inferno a 24 ore dal suo arrivo nella cittadina di Riversend per scrivere un servizio “di genere” ad un anno da una strage compiuta proprio lì da un giovane sacerdote dal grilletto facile.

Quello che doveva essere un lavoro di tutto riposo in una landa dimenticata da Dio (e non immaginate quanto!) e dagli uomini, si trasforma in una sorta di terapia di gruppo del paese in cui Martin cerca di svolgere il bandolo di una matassa intricata: il reverendo Byron Swift era un angelo sterminatore o un opportunista dalla doppia vita? Gli abitanti della cittadina sono onesti quando gli raccontano il loro vissuto?

Così, tra stupri forse immaginari, accuse di pedofilia non comprovate, cadaveri vecchi e nuovi, negozi moribondi e vita sociale inesistente, il tutto condito da un sole impietoso e dalla siccità imperante, gli articoli di Martin cominciano ad assomigliare a reportages di guerra in una terra priva di regole e quasi impossibile da decifrare.

Aiutato da alcuni, ingannato da altri, vittima anche di se stesso, il protagonista di questo thriller tesissimo dovrà presto mettere in discussione anche la propria professionalità e scegliere che tipo di uomo vorrà, finalmente, essere. E non sarà l’unico a fare un serio esame di coscienza.

Finale non molto originale, ma siamo all’ultima pagina e un minimo di ottimismo ce lo possiamo permettere dopo tanto cupo, arso, mistero. Il libro vale la pena di essere letto e goduto fino in fondo. Con una bevanda fresca a portata di mano.

TRAMA

È una rovente giornata estiva a Riversend, una piccola cittadina australiana afflitta dalla siccità, quando Byron Swift, il giovane sacerdote della comunità, esce dalla chiesa imbracciando un fucile da caccia dotato di mirino e spara sui parrocchiani riuniti sul sagrato in attesa della funzione, prima di essere freddato da un colpo di pistola esploso da un agente di polizia. Un anno dopo, Martin Scarsden viene incaricato dal suo giornale, il Sydney Morning Herald, di scrivere un pezzo su Riversend, una sorta di reportage da mandare in stampa il giorno stesso dell’anniversario della strage. L’idea non è di ritornare su un efferato crimine su cui si sono già consumati fiumi di inchiostro, ma di raccontare come vanno le cose in paese a un anno di distanza. Dopo aver incontrato la gente del posto e ascoltato la loro versione dei fatti, Martin si rende però conto che le ragioni di quella strage sono tutt’altro che chiare, e che sia la personalità del sacerdote sia le circostanze in cui ha agito sono tuttora avvolte nell’oscurità. Sebbene abbia ammazzato cinque persone a fucilate, Byron Swift, a detta di tutti in paese, era un uomo sensibile che si prendeva incessantemente cura del prossimo. Certo, le cronache sono piene di bravi cittadini che si rivelano poi folli e feroci assassini. Tuttavia, il giorno della strage il giovane sacerdote era tutt’altro che in preda alla follia. Era calmo, metodico. Ad alcuni aveva sparato e ad altri no, con l’infallibilità di un cecchino. Spinto dal suo istinto di reporter, Martin decide di raccogliere quante più informazioni su Swift e su una vicenda che, tra dubbi, depistaggi e gravi pericoli, si rivela sempre più sfuggente e, per questo, estremamente intrigante. L’inchiesta lo condurrà nelle Scrublands, un’enorme penisola di mulga, una landa desolata dove il clima è ancora più rovente e dove il rinvenimento di altri due corpi rimescolerà tutte le carte in tavola.

Traduzione: Annamaria Biavasco e Valentina Guani