Morte agli infedeli

Morte agli infedeli

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Published: 03/06/2021

Format: Brossura

ISBN: 9791280022271

RECENSIONE

TRAMA

La misteriosa morte del cardinale Bondja non è il solo evento eccezionale a tenere impegnata il vicequestore Fusco perché proprio quella morte e i funerali del religioso scateneranno un evento tanto incredibile quanto drammatico. Duomo di Napoli: sindaco e personalità di spicco della città vengono presi in ostaggio da un gruppo di jihadisti proprio durante le esequie del cardinale e le richieste dei sequestratori sono precisissime ed enormi. Il loro capo Rashad lo dice esplicitamente e senza mezzi termini, vuole tutto, il tesoro di san Gennaro e le armi e la droga della criminalità organizzata, della quale alcuni membri sono tra gli ostaggi tenuti proprio dai terroristi. A mediare viene chiamata Nerea Fusco che a sua volta sta attraversando uno dei periodi più bui della sua vita personale. Il doppio registro tra indagine e vita privata di molti dei protagonisti della storia dona a questo noir la caratteristica ben precisa di racconto verista e di libro di genere con una forte connotazione di suspense.

PERSONAGGI

Morte agli infedeli ha probabilmente i personaggi più originali, potenti e indimenticabili tra tutti i noir pubblicati quest’anno a partire da Nerea, nella quale le qualità di ottima sbirra vengono quasi oscurate da quelle di donna e di madre. A lei i lettori si affezionano immediatamente e perdutamente perché lei è fragile e fortissima insieme, è demotivata e pervicace allo stesso tempo, è madre ed esperta di trattative con i terroristi. Ci sono passaggi del libro in cui la Fusco è talmente vibrante da sembrare quasi reale, quasi un personaggio a cui il lettore può parlare direttamente. A farle da controcanto c’è Amal, figlia della provincia napoletana, una ragazza come tante altre che un giorno decide di convertirsi e indirizzare la propria esistenza in qualcosa di lontanissimo e diversissimo da quello che i suoi natali le avevano riservato. Loro due contano buona parte della fascinazione dell’intero romanzo, ma anche le figure maschili riescono a ritagliarsi una giusta attenzione da parte di chi legge, alcuni di loro a causa della loro ferocia, altri a causa della loro vita misteriosa. In ogni caso, tutti i personaggi di questo noir risultano particolarissimi, affascinanti, unici. 

AMBIENTAZIONE

Napoli è la quarta città di Italia e ha così tante anime che abitarci è come vivere in due o tre secoli diversi contemporaneamente. Le location per ambientare romanzi sono molteplici e infinite, ma è la prima volta che un noir colloca quasi tutta la trama all’interno del Duomo. Per chi non lo conoscesse l’edificio ha una lunga scalinata bianca di accesso, uno spiazzo di marmo e un ampio portale, ma è all’interno, con le tante cappelle votive e le architetture barocche che la chiesa partenopea più importante incanta i visitatori. Nel complesso del Duomo è custodito anche il celeberrimo “tesoro” di san Gennaro che vale milioni di euro ed è considerato uno dei tesori più preziosi al mondo, basti pensare che solo la mitra che poggia sulla testa del santo vale 7 milioni di euro. I jihadisti lo sanno e scelgono proprio questa location per mettere in atto un sequestro memorabile, nel cuore della religiosità cittadina, nel luogo più sacro di Napoli e durante i funerali di un importante prelato. La fascinazione delle ambientazioni e il contrasto con i terribili eventi in corso donano alla narrazione una suspense unica e fortissima che accompagna il lettore fino all’ultima pagina. 

CONSIDERAZIONI

Morte agli infedeli è un romanzo che merita di essere scoperto e apprezzato per le mille qualità che possiede così come il suo autore. E infatti un peccato che l’attenzione dei lettori di genere finisca per concentrarsi quasi sempre e solo su i nomi di spicco della nostra narrativa. Tutti bravissimi e con romanzi godibilissimi, certo, ma così si rischia inevitabilmente di lasciarsi sfuggire “perle” come questo noir che è probabilmente la cosa migliore fino a ora scritta dallo stesso autore e che per qualità di stile, linguaggio e trama può tranquillamente stare accanto ai romanzi di genere più importanti pubblicati in questo periodo.

INTERVISTA

Francesco, probabilmente il tuo è il primo noir che vede il Duomo di Napoli come scenario di una trattativa tra terroristi e Forze dell’Ordine, nonché come location di un libro di genere in assoluto. Come ti è venuta questa idea?

Sono le location a dar vita alle storie. Un luogo deve avere una potente componente drammatica. “Morte agli infedeli” nasce il 10 settembre del 2017, alle ore 17.30, durante la cerimonia di vestizione di un amico sacerdote. Quel giorno rimasi bloccato all’interno del Duomo di Napoli. All’esterno dell’edificio c’era una valigia sospetta e si temeva il peggio: un attacco terroristico. Rinchiuso all’interno della cattedrale, assieme a centinaia di persone, attesi l’arrivo degli artificieri della Polizia di Stato e cominciai a immaginare… In quel momento mi venne in mente una storia intimistica, dall’andamento thriller, con un’atmosfera emblematica che mi avrebbe condotto lungo un percorso sconvolgente e accattivante. Quando gli artificieri della Polizia di Stato controllarono quella valigia fucsia, abbandonata nel piazzale davanti al Duomo, e appurarono che all’interno c’erano soltanto indumenti, tirai un sospiro di sollievo. 

Parliamo dei personaggi femminili del tuo romanzo. Dalla protagonista, il vicequestore Nerea alla giovane campana che si converte all’Islam, alle figlie della stessa Nerea, tutte hanno un fascino a cui il lettore non riesce a sottrarsi. Da dove nascono queste figure e a chi ti sei ispirato? 

Per costruire un personaggio femminile mi ispiro alla realtà. Cerco sempre di trovare delle donne credibili che mi facciano da modello, con le loro esigenze drammatiche, il loro punto di vista, i loro atteggiamenti nonché cambiamenti. I personaggi devono raggiungere uno specifico obiettivo, suggerirmi la loro visione del mondo, subire un’evoluzione nel corso della storia e avere un carattere ben definito. Devono essere donne positive o negative, critiche o ingenue, contente o tristi, buone o malvage, ottimiste o pessimiste. Nel vicequestore Nerea ritrovo una mia amica. Un vero vicequestore, la quale, qualche anno fa, mi insegnò tante cose sulle indagini di polizia. Amal, la ragazza di Somma Vesuviana, si accosta invece al carattere di tante donne conosciute attraverso il mio lavoro di penalista. Lidia, una delle figlie di Nerea, mi ricorda tantissimo una mia dolce amica, finita di cancro qualche anno fa. Gaia, l’altra figlia del vicequestore, invece traduce in narrativa la forza e il coraggio di mia sorella Roberta. Scrivere di donne, sebbene sia un’impresa abbastanza ardua, ritengo sia l’aspetto più affascinante della stesura di un romanzo. 

Il tuo noir è particolare per tanti motivi, uno tra i quali il ruolo della criminalità organizzata nella trattativa con i terroristi. Due piani separati e ugualmente forti. Come sei riuscito a costruire le azioni di entrambi i gruppi e a connotarli precisamente?

Ho costruito le azioni dei due gruppi documentandomi molto, leggendo tanti libri sul terrorismo e soprattutto sul legame tra criminalità e jihad. Nel corso degli anni ci sono state molte indagini da parte della Direzione Nazionale Antimafia proprio sulle rotte jihadiste. Si tratta di percorsi pieni di sangue, che celebrano un forte legame tra boss e imam. Gruppi criminali ed estremisti hanno spesso interessi in comune: il traffico di opere d’arte, di armi, di droga, il contrabbando di petrolio. Si tratta poi di realtà concettualmente accumunate dalla strenua opposizione alle situazioni, declinazioni degenerate dell’illegalità, articolata attraverso omicidi, estorsioni e sequestri di persone. Non mancano indizi neppure sul traffico di organi espiantati dai cadaveri dei nemici in guerra. In questo romanzo il confine tra il bene e il male non è più tanto netto. A un certo punto, nella storia, non c’è più alcuna differenza tra criminalità organizzata, jihadisti, giudici, politici eletti coi voti dei clan, ministri che si lavano le mani… Gli unici personaggi immuni dal vizio della tracotanza sono, come al solito, gli innocenti: coloro che subiscono, che non hanno potere, le vittime.

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