Il tunnel dei morti

Il tunnel dei morti

QUI NON SI FA LA STORIA, MA SI FA LA MEMORIA

Briciole. Tessere di un puzzle da mille pezzi sparse a caso attraverso le quali ci si immagina di poter arrivare alla visione del tutto. In quella mezz’ora, forse anche un’ora che trascorsi seduta lì, vidi fotogrammi di immagini affacciarsi alla mia mente uno dopo l’altro.

Il tunnel dei morti è questo. Giallo della memoria più che giallo storico, dove la tensione è tutta e assolutamente emotiva. Dove le ragioni dei vinti sono incredibilmente simili a quelle dei vincitori, dove le vittime primarie diventano carnefici senza battere ciglio e i carnefici sono tali solo perché hanno origini e nomi da boia. Il lavoro autoriale e di stesura che ha messo su Tove Alsterdal è unico e incredibile perché in questo romanzo sono molteplici gli aspetti che ogni lettore potrà trovare. 

Vendetta e giustizia prima di tutto. Entrambe azioni che partono da singole persone per espandersi come risoluzioni di popoli e di genti, trasformando il thriller in un testo drammatico, quasi da tragedia classica, pur mantenendo tutta la tensione emotiva che ci si aspetta. Misericordia, poi, un altro degli aspetti che percorrono la narrazione di questo romanzo e ne caratterizza gesti e decisioni. Una compassione anche essa non riservata esclusivamente alle vittime, ma estesa a chi per destino, omissione, momento storico e indole personale ha accettato l’orrore o quantomeno distolto gli occhi dallo stesso. Paura e angoscia, infine, perché nel lavoro della Alsterdal non si finisce mai di temere. Si temono le scelte sbagliate, il poco coraggio, il senso dell’abbandono, l’esistenza che non si è riusciti a vivere. 

Poi, naturalmente, c’è anche la trama. La storia di una coppia di mezza età che lascia la Svezia per cercare di mettere su un agriturismo nella Boemia meno conosciuta, quella che un tempo era terra di cecoslovacchi e anche di gente di origini tedesche. Un luogo dove si mescolavano e si compenetravano lingue e costumi, amicizie e diffidenze, famiglie e bambini. Sonia e Daniel rimangono affascinati dalla bellezza del posto e iniziano a sognare una nuova vita e insieme un rinnovamento sentimentale nella loro coppia. Ma quei luoghi sono segnati in maniera indissolubile e drammatica dalla storia. Una storia antica e poi contemporanea che sembra essersi accanita propria in quel posto e che ancora stringe in una morsa di odio e vendetta tutto e tutti come se fosse una cappa soffocante.

E anche Sonia e Daniel inevitabilmente dovranno fare i conti con la morte, la vendetta, il rimorso. Alsterdal che in Svezia è considerata l’astro nascente del giallo nazionale, si riconferma, dopo Quella gelida notte a Stoccolma, una thrillerista eccelsa, una narratrice sofisticata e colta, in grado di costruire romanzi ricchi di molteplici sfumature e che difficilmente una volta letti possono essere dimenticati. 

Il tunnel dei morti è un libro articolato e fascinoso. Un giallo da intenditori. Un libro ricco di storia e di suspense.

Traduzione: Gabriella Diverio

Editore: SEM
Anno: 2020

4.7Overall Score

Il tunnel dei morti

QUI NON SI FA LA STORIA, MA SI FA LA MEMORIA Briciole. Tessere di un puzzle da mille pezzi sparse a caso attraverso le quali ci si immagina di poter arrivare alla visione del tutto. In quella ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    4.0

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