COME PESCI FUOR D’ACQUA

La Oakmond con le sue cover non sbaglia mai. Persino quando, come in questo caso, di primo acchito è poco invitante. Procedendo nella lettura ti rendi conto che invece, in realtà, è indovinatissima.

Il testo all’inizio è quasi deprimente. Una storia triste di un piccolo borghese a cui muore il figlio per un evento tutto sommato banale, una rapina finita male. Ed ecco perché la cover è così adatta alla storia, perfettamente in sintonia con la cupa atmosfera di sconfitta in cui l’autore trascina il lettore. Ma…

Beh, per fortuna c’è un ma. Dico per fortuna, perché quando leggo un giallo mi aspetto di essere trascinata dalla storia, proprio come un pesce preso all’amo. Ed è questo che fa, Falco. Ti lancia l’esca di un omicidio, poi quando abbocchi tiene la lenza molto lenta e ti racconta una storia di cupa disperazione. Tu ti dimeni, vorresti andar via, ma ecco che con un giro di mulinello ti tira a lui. Come, te ne vuoi andare? Ma guarda, leggi cosa succede. Forse non è proprio come sembra, non ti viene voglia di indagare? 

Sì, ma i due detective sono assurdi! Due detective, poi, non è nemmeno esatto. Perché uno è il padre del ragazzo ammazzato e di sicuro non è un detective, e l’altro millanta esperienza e conoscenze investigative che, quando mai, sono esagerazioni grosse come una casa.

E l’autore intanto ha mollato un altro poco di lenza, giusto quel poco che ti fa defilare sul fianco. E quando pensi che sì, vabbè, però… Vai, un altro paio di giri di mulinello, ed ecco dei brutti tipi che con una storia noiosa proprio non ci vanno d’accordo. 

E basta, sei fregato. Ti arrendi alla lettura, che non sai nemmeno quando è diventata appassionante e tesa, e non smetti più. Ti ritrovi alla fine senza fiato proprio come i pesci che sbattono la coda nel cestino dell’abile pescatore.

Sì, lo so che non vi ho raccontato niente della storia, chi sono i cattivi e chi è il più cattivo di tutti, non vi ho detto della cagnolina che recupera alla vita una donna che di vita proprio non ne voleva più sentir parlare. Ho trascurato anche la sorpresa finale, e quello che potrebbe essere un aggancio (furbo il nostro pescatore, cioè, volevo dire, scrittore) per una storia futura.

Non ho fatto nulla di tutto questo, ma fidatevi. La storia della copertina un po’ triste, del prologo lento eccetera… sono tutti trucchi per farvi abboccare!

TRAMA

Mario Pedersoli è un pensionato a cui, quasi un anno prima, hanno assassinato il figlio trentenne. La sua vita è tormentata dal dolore per la perdita, dall’esaurimento nervoso di sua moglie Amelia e dal rammarico per le insufficienti indagini svolte dalla polizia di Torino che ha liquidato il caso come un furto finito male. Un giorno però, mentre si occupa di svuotare la vecchia cameretta, sporadicamente utilizzata dal ragazzo scomparso, Mario trova un oggetto che non avrebbe mai immaginato suo figlio potesse possedere. Questa scoperta, insieme al fortuito incontro con una vecchia conoscenza dei tempi delle scuole medie, riaprirà in lui la speranza di scoprire qualcosa in più sulla morte del figlio spingendolo non solo a indagare ma anche a dare una svolta diversa alla propria esistenza.