RABBIA E SANGUE NELL’IDILLIACA CAMPAGNA INGLESE

Questo giallo, classico in modo anomalo, è un meta-racconto in cui una storia penetra in un’altra e il mistero della seconda avvolge la prima. Il racconto si apre con la voce di una editor che ha il compito di leggere e modellare il nono romanzo della serie di Atticus Pund, investigatore di origini tedesche che, nel dopoguerra, svolge la sua attività in Gran Bretagna.

Certo, ricorda Poirot e, certo, è accompagnato da un fido assistente poco perspicace. Ma…

Non si può raccontare nulla della trama, anzi delle trame perché è tutto così collegato che qualsiasi informazione rischierebbe di rovinare le molte sorprese di questo libro agile, spiritoso e decisamente ben scritto. Quel che si può dire è che ci trasporta in un mondo variegato dove le citazioni letterarie e cinematografiche si sprecano.

Anzi, non si sprecano perché in realtà danno modo al lettore vorace di andare a consultare libri di anni fa per rinfrescare alcuni particolari che sono sfumati nel tempo e nella memoria.

Nel romanzo L’AMORE FATALE di Ian MCEwan c’è una descrizione estremamente efficace di cosa accade a un corpo umano che precipita da un’altezza elevata, e non mi fu difficile immaginarlo a terra maciullato, con le ossa rotte e gli arti piegati in maniera scomposta.”

Mai dimenticare che la narratrice è Susan Ryeland, direttore editoriale di una casa editrice piccina, ma combattiva e i suoi riferimenti letterari sono una vera chicca per i lettori appassionati. Il fatto che sia donna è un punto a favore dell’autore perché in questo racconto prevalentemente al maschile, con uomini spesso pieni di sè, la figura femminile rende decisamene più frizzante, lieve ed emotivamente partecipata la lettura e conforta accorgersi di come esistano rari scrittori che sanno insinuarsi nella testa di una donna mettendosi davvero nei suoi panni. Esercizio spesso tentato, ma quasi sempre mal riuscito.

Insomma, parliamo di un giallo ben congegnato e di lettura godibile, senza approfondimenti psicologici, ma con personaggi delineati con precisione e, soprattutto, estremamente credibili nelle loro imperfezioni umane.

Chi ama il televisivo ispettore Barnaby (di cui Horowitz ha curato la sceneggiatura) e la campagna inglese, non potrà restare indifferente a questo racconto piacevolmente british.

Traduzione: Francesca Campisi

Ascoltate qui Barbara che legge l’incipit per voi: