Dieci parole per uccidere

Dieci parole per uccidere

L’INVERNO LODIGIANO RAGGIUNGE TRAGUARDI PROFONDI

La seconda indagine dell’ispettrice Luce Frambelli ha il sapore dei migliori romanzi del nord Europa. Nonostante l’ambientazione squisitamente italiana sono infatti molti gli elementi che ricordano i gialli nordici, a partire dal freddo, che permea non solo i luoghi, ma anche i sentimenti dei protagonisti.

La vicenda prende il via sotto la neve di gennaio, che impone un ritmo pacato alla cittadina di Lodi, pronta a onorare il Santo Patrono con l’annuale festa di strada. L’inattesa coltre bianca costringe tutti ad affrontare le cose con un passo più lento e anche le indagini per l’omicidio di una coppia brutalizzata all’interno della propria villa durante la notte della nevicata, vengono inevitabilmente condizionate da questo evento.

Inizialmente la polizia propende per una rapina finita male ad opera di una banda di extracomunitari nota nella zona, ma Luce Frambelli sospetta moventi più personali dietro un delitto così efferato e un passo dopo l’altro finisce per scoprire il vero motivo di tanto rancore.

Il lettore viene guidato in questo doloroso viaggio da dieci parole,  che lo accompagnano tra brutalità, bugie, pochezza d’animo e disperazione fino alla catartica conclusione. Ogni parola apre un capitolo e viene commentata da frasi in corsivo di profonda bellezza, piene di poesia. Lampi crudi e sofferti di un animo lacerato.

Il piano dell’indagine, condotto dall’autrice  con la sua consueta prosa pulita ed efficace, è affiancato dalla vicenda personale di Luce, che riprende le fila dell’episodio precedente e procede verso più profondi traguardi interiori.

Il gelo che la circonda dentro e fuori di sé, viene a scontrarsi con un calore imprevisto, che la destabilizza e la porta a considerare con più consapevolezza i propri sentimenti. Lei, abituata a rimuovere chirurgicamente ciò che la fa soffrire, decide invece per la prima volta di rischiare. Si affida quindi al cuore e permette ad Angelo Di Dio, importante protagonista della prima avventura, di entrare in un ambito molto intimo della sua vita. Lui lo farà in punta di piedi, con estrema empatia, lasciando le porte aperte al prossimo capitolo che attendiamo con piacere.

La personalità di Luce non è però l’unica ad essere analizzata in profondità da Marina Bertamoni. Anche gli altri personaggi di “Dieci parole per uccidere” sono perfettamente scandagliati nelle loro dinamiche psicologiche e nei reciproci rapporti. Particolarmente riuscito è il ritorno di tutta la squadra che circonda la Frambelli: il sensibile e attento collega Fabio, il disilluso vicequestore Briaschi e il magistrato Rufilllo, che per il suo desiderio di carriera preferirebbe dare in pasto all’opinione pubblica come colpevoli gli extracomunitari. Un tema, questo del razzismo, e più in generale dei sorprusi sui più deboli, toccato con intelligenza in più punti all’interno del romanzo.

Editore: Fratelli Frilli
Anno: 2018

5.0Overall Score

Dieci parole per uccidere

L'INVERNO LODIGIANO RAGGIUNGE TRAGUARDI PROFONDI La seconda indagine dell'ispettrice Luce Frambelli ha il sapore dei migliori romanzi del nord Europa. Nonostante l'ambientazione squisitamente ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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