Brucia l'aria

Brucia l'aria

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Published: 14/10/2021

Format: Brossura

ISBN: 9788807034572

LA TUA TERRA TI PUO’ STRAPPARE L’ANIMA

Quando ami un autore “a prescindere” rischi di non essere un giudice razionale e equilibrato, ma ditemi voi se si può restare algidi di fronte alla bellezza di questa scrittura:

Ma il fuoco non arretrò di un millimetro. Continuò imperterrito a esercitare la propria tirannide in un assordamento di schianti e di fragori, senza requie, facendosi beffe di ogni umano tentativo di rabbonimento, alimentando le illusioni degli operatori della Protezione civile eppoi spossandoli con improvvise, devastanti vampate; sino a quando una brezza numinosa non spirò dalle alture dei Balcani sospingendo sulla Puglia un gigantesco fronte di nuvole in grisaglia. La pioggia, invocata come un miracolo, si scatenò violenta e liberatoria tra sentori di ozono e folgori argentate; nugoli di rizomi elettrici come truppe di una cavalleria spettrale squassarono il cielo per ammansire gradualmente il rogo riducendolo a una distesa di arbusti fumanti e rimandando così, ancora di una volta, quella resa dei conti definitiva che dalla notte dei tempi si attardava. E quando gli uomini, arrendevoli, scorati, trasognanti, si ritrovarono tra i coriandoli anneriti di quel carnevale a rendicontare l’entità della devastazione, nella foresta di ceppi capitozzati da cui l’incendio sembrava essersi propagato venne scoperto un cadavere.”

Questo è l’incipit, un pezzetto solo ma prezioso e rilucente come una gemma (mi son fatta prendere la mano dallo stile sontuoso dell’autore); poi arriva tutto il resto e la lingua si fa terra, il dialetto si innesta e aggroviglia all’italiano e gli si adatta come un abito tagliato da un ottimo sarto.

Il rovescio della medaglia o, se così posso dire, il prezzo che il lettore deve pagare è un impegno e un’attenzione totale alle pagine che scorrono sotto ai suoi occhi: non ci si può distrarre neppure per un secondo dalla voce dell’autore, pena perdere il ritmo e ritrovarsi ad ascoltare una lingua oscuramente straniera e straniante.

L’ambiente descritto è quello familiare a Di Monopoli, alle spalle di Taranto, l’occhio rivolto verso la costa e il mare ma i piedi ben piantati tra le campagne riarse e gonfie di resti abbandonati da vite senza futuro. Rocco Caraglia dopo tredici anni di galera cerca di rigar dritto occupandosi dei resti rabberciati della sua famiglia: la madre vedova su una sedia a rotelle e il fratello minore con poco cervello e in cerca di guai. Intorno a lui, miseria e malavita, la più brutta e zozza, totalmente priva anche di un accenno d’anima, con lo sguardo che capta possibilità di guadagni facili da attività micragnose.

In questa terra senza Dio, ci ricorda l’autore, anche i delinquenti hanno uno spirito da mendicanti. Però cattivo, molto cattivo. E nello Spoon River del nostro meridione (perché è di questo che stiamo parlando: voci di morti viventi, voci che escono dalla tomba anche quando emesse da esseri umani che ancora respirano) le vite dei sopravviventi sono accucciate tra gli sterpi puntuti e secchi dei sentieri polverosi dei complanari, pronte a farsi sbranare il cuore a mozzichi.

Libro importante e difficile che mi ha fatto addirittura pensare alla prosa gaddiana, che lacera l’anima e non ci permette scappatoie. Un gran bel romanzo di grande spessore.

TRAMA

Durante l’estate del 1990 un gigantesco incendio ha divorato buona parte del litorale di Torre Languorina, terra di nessuno all’estremità più orientale di un Salento lontano da qualsiasi traiettoria turistica. Tra i resti bruciati dell’immenso falò viene rinvenuto un cadavere, che le autorità registrano subito come il responsabile del disastro: si tratta di Livio Caraglia, pompiere locale dai trascorsi ambigui. Per alcuni un eroe, per altri un estortore locale in odore di mafia. Dopo vent’anni sono i suoi figli a fare i conti con la cenere di quel passato. Rocco Caraglia, il maggiore, si sforza di rigare dritto, dopo aver scontato una lunga detenzione per l’omicidio di un finanziere mentre era alla guida di un camion che trasportava sigarette di contrabbando. Gaetano, ancora minorenne, non accetta che il fratello rispetti la legge e frequenta il suo vecchio socio, Pilurussu, con cui sogna di cambiare il proprio destino scommettendo sui combattimenti di cani. Rocco e Gaetano convivono nella decadente masseria di famiglia, accudendo la madre malata con l’aiuto di Nunzia – primo amore mai dimenticato di Rocco, che ora è madre, e moglie di una guardia giurata. Il distacco è avvenuto negli anni della prigione, ma adesso che Rocco sembra deciso a restare dentro il perimetro della legalità anche per Nunzia non è facile incontrarlo ogni giorno senza sentire rinascere quell’amore interrotto… Quando Precamuerti, un vecchio capobastone della Sacra corona unita, fa ritorno dalla latitanza, deciso a riorganizzare il mandamento provinciale, i fragili equilibri su cui si regge la comunità collassano. Noir e western confluiscono in un gotico meridionale aspro e potente, crudo eppure aperto ai sentimenti. Ogni frase è specchio dei conflitti, dei paradossi e delle contraddizioni di quel Mezzogiorno che Omar Di Monopoli racconta con ironia, sincerità e rigorosa precisione delle immagini.

Qui potete ascoltare l’incipit letto da Barbara:

 

5.0Overall Score

Brucia l'aria

LA TUA TERRA TI PUO' STRAPPARE L'ANIMA Quando ami un autore "a prescindere" rischi di non essere un giudice razionale e equilibrato, ma ditemi voi se si può restare algidi di fronte alla ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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