Incontro Romano De Marco al festival Nebbiagialla e gli ricordo che mi aveva promesso una intervista. Lui deve presentare degli autori, stringere mani e firmare copie ma trova lo stesso un po’ di tempo per me perché oltre che essere disponibilissimo Romano è una persona con l’argento vivo addosso e lo si nota da tanti piccoli particolari e dalle cose che racconta. Una persona così, naturalmente, ha sempre qualche novità da annunciare e qualche progetto che lo attende a breve termine. E io ne approfitto e mi faccio dire proprio tutto in questa intervista per i lettori de La Bottega del Giallo.

Romano che novità si devono aspettare i suoi lettori in questo 2019?

Intanto, una cosa piccola ma grande è l’antologia che uscirà a marzo per giallo Mondadori intitolata Delitti al museo e che contiene un mio racconto; sono tutti racconti inediti incentrati sul museo archeologico di Napoli. A giugno, invece, uscirà il mio nuovo romanzo che fa parte della serie Nero a Milano e con i protagonisti milanesi Marco Tanzi e Luca Betti e poi vediamo…sto scrivendo il romanzo per il 2020 ma intanto ci sono anche gli audiolibri che mi danno grande appagamento come quello di Se la notte ti cerca, che al momento in Italia è uno dei romanzi più scaricati e sempre nel 2019 uscirà anche l’audiolibro de L’uomo di casa, un mio romanzo che è andato molto bene e che mi ha dato tante soddisfazioni. Eppoi vediamo. Di cose da fare ce ne sono sempre tante se si vuole.

Parliamo delle location: le piace più la Roma degli ultimi anni o la Milano degli anni ’70?

Io cerco di scrivere romanzi ambientati sempre nel mio tempo perché scrivere in epoche passate richiede ricerca e lavoro, cosa che non ho né tempo e né voglia di fare, per essere sincero. Milano la utilizzo quando ci sono storie poliziesche da raccontate, storie metropolitane di droga di criminalità. Roma è più difficile da raccontare, ma ogni tanto torno a scrivere anche di lei, soprattutto quando ci sono da narrare anche storie di amore o di sentimenti come nell’ultimo lavoro. E cosa meglio della città Eterna come location per parlare di queste cose! In ogni caso scelgo sempre le location a seconda delle mie storie.

A proposito di luoghi, che effetto le fa tornare a Suzzara e a Nebbiagialla?

Suzzara per me è una seconda casa. Ci torno sempre volentieri e per me è una gioia poter partecipare a Nebbiagialla. Mi piace presentare i miei libri, certo, ma soprattutto mi piace presentare gli altri autori. E poi c’è sempre un ambiente particolare, bello, con una bella atmosfera. E ci sono anche i soliti riti come mangiare i tortelli di zucca, incontrare amici e scrittori. Per me venire a Suzzara è un grande regalo che mi fa Paolo Roversi tutte le volte che mi invita.

Il personaggio che ama di più in Se la notte ti cerca e quello che ama di meno

Sicuramente ho una preferenza e un affetto per Laura Damiani che è quasi sempre presente mei miei romanzi e che è la più longeva. Nell’ultimo è la protagonista, in altri è un personaggio minore ma c’è sempre. Ma sono affezionato anche al personaggio di Lovato che è ispirato a un personaggio vero, un musicista che si chiama Losito, che ho incontrato di persona e che siamo diventati amici. Posso dire che di solito mi affeziono a tutti i personaggi positivi dei miei libri anche se so benissimo che quelli negativi sono ugualmente importanti per la narrazione. Attraverso di loro alla fine si creano le sfumature giuste per avere il contrasto che serve in un racconto. Poi, noi come scrittori dobbiamo anche avere la capacità di spiegare il perché un personaggio agisce male o in maniera negativa. Non serve solo presentarli come i cattivi. Però, ovviamente, amo i personaggi buoni e positivi con i quali spero e mi auguro di avere più cose in comune.

Ce l’ha un posto del cuore dove di solito si mette a scrivere o soltanto a raccogliere le idee e dove i suoi lettori se la possono immaginare?

Noi che scriviamo siamo un po’ come quelli che pescano a strascico. Le idee arrivano sempre e dappertutto nel corso della giornata. Ad esempio anche ora che stiamo chiacchierando me ne viene in mente qualcuna. Perciò bisogna sempre essere recettivi a tutto quello che ti accade intorno. Quando scrivo, invece, ho bisogno di isolarmi ma anche questo non sempre è possibile per cui a volte scrivo in pausa pranzo o sul treno perché poi il mio grande problema resta il tempo, faccio mille cose e il tempo è sempre limitato. Però preferisco sicuramene scrivere da solo nel mio studio che è una stanza in più ricavata in casa mia e lì mi sento a mio agio circondato dai tanti fumetti che possiedo, dai miei vinili, dagli oggetti che possono ispirarmi di più. E i miei lettori non solo possono immaginarmi là ma se vogliono possono anche mettersi in contatto con me in diretta Facebook e vedermi dal vivo.

Grazie a Romano De Marco per il tempo dedicatoci.

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