La stanza chiusa

La stanza chiusa

UN NOIR SOCIALE CON SFUMATURE FEMMINILI

Leggendo questo affascinante lavoro letterario di Deborah Brizzi viene da chiedersi immediatamente: chi a paura di Edda Vargas? Perché tutto o quasi nella storia ruota attorno alla figura di questa donna che ha la capacità, la forza e la lucidità per tenersi dentro, da anni, pericolosi segreti e insieme riesce con mano saldissima a detenere l’ordine e l’esistenza degli abitanti del condominio di cui è proprietaria.

I personaggi secondari, allora, pur animando il romanzo fanno solo da controcanto, come il “coro” nelle tragedie greche e sembrano quasi costruiti dall’autrice per giustificare e supportare solo Edda. La trama inizia a farsi interessante con la sparizione del medico Antonio Guareschi da cui prende il via tutta una serie di vicissitudini, misteri, omissioni e intrecci pericolosi che riguardano tanto gli abitanti del condominio della Vargas quanto la donna stessa.

Cosa succede davvero in quel palazzo di via Marsala a Milano dove tutto sembra apparentemente e inquietantemente normale tranne il fatto che spariscono delle persone e si sentono grida provenire da stanze segrete e inaccessibili?  A indagare con caparbietà e intuito da segugio c’è l’ispettrice Norma Gigli, amato personaggio creato dalla Brizzi che in questo romanzo mette in campo non solo le sue illuminazioni da brava poliziotta ma anche il suo sesto senso femminile, quello che la induce a comprendere con assoluta lucidità che anche dietro a una facciata apparentemente normale la follia e la crudeltà umane possono dare vita al peggiore degli incubi.

In La stanza chiusa, inoltre, c’è un personaggio aggiunto a cui il lettore non può non fare caso ed è la città di Milano, non solo una location ma qualcosa di vivo e partecipe alla follia e alla violenza dei suoi abitanti, o perlomeno di alcuni di loro. Una Milano diversa dal solito glamour ma più concreta e vissuta dove il contrasto tra le luci del centro e la penombra della periferia rende l’intera storia più realistica e appassionante. Un pregio e una particolarità autoriale che provengono direttamente dal campo e dall’esperienza di poliziotta nella vita reale di Deborah Brizzi.

Un buon libro dove la suspense poggia su un realismo sociale che finisce per intrigare inevitabilmente il lettore.

Editore: Mondadori Electa
Anno: 2018

4.0Overall Score

La stanza chiusa

UN NOIR SOCIALE CON SFUMATURE FEMMINILI Leggendo questo affascinante lavoro letterario di Deborah Brizzi viene da chiedersi immediatamente: chi a paura di Edda Vargas? Perché tutto o quasi nella ...

  • Trama
    4.0
  • Suspense
    4.0
  • Scrittura
    4.0

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