La prigione della monaca senza volto

La prigione della monaca senza volto

L’INTRECCIO COMPLESSO E ORIGINALE A FIRMA DI SIMONI

Roma, anno del Signore 1625. A regnare sulla cristianità è il pontefice Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, il papa intellettuale di cui s’invaghisce la giovane strega protagonista de La strega innamorata di Pasquale Festa Campanile, altro avvincente affresco della Roma secentesca.

Il Barberini era stato accolto con favore in città dall’élite progressista, che soprattutto all’inizio aveva guardato al nuovo pontefice come a un baluardo contro la superstizione e la repressione, venendo poi amaramente delusa dal suo voltafaccia (“Da giovane, Maffeo aveva condiviso le amicizie di coloro che si erano trovati sul confine dell’eresia… Sempre da cardinale, Maffeo aveva chiamato a Roma Athanasius Kircher, offrendogli un insegnamento di scienze matematiche al Collegio Romano, e aveva sostenuto Galileo e l’Accademia dei Lincei. Insomma il giovane Barberini aveva incoraggiato proprio quell’élite antidogmatica che, divenuto papa, si preoccupò di stroncare. Con una virata a 360 gradi Urbano VIII consegnò nelle mani dell’Inquisizione Giambattista Marino e Galileo e impresse all’arte un nuovo stile che cancellò quello del Caravaggio, da cui si era fatto ritrarre più volte” (F. Bonazzoli, Corriere della sera).

Intanto, in una Milano in mano agli spagnoli, il cardinal Federigo Borromeo di manzoniana memoria tenta di preservare la propria autorità dalle sempre più sfacciate ingerenze dei nuovi padroni.

E Girolamo Svampa, l’inquisitore nato dalla penna di Marcello Simoni (qui alla sua terza avventura, dopo Il marchio dell’inquisitore e Il monastero delle ombre perdute) è sempre più deciso a chiudere i conti con l’acerrimo nemico Gabriele da Saluzzo, colpevole della morte del padre.

Ma il rapimento della giovane benedettina Matilde Alfieri e il ritrovamento del cadavere di un’altra religiosa, che sembra esser stata mutata in pietra, lo porteranno a confrontarsi, in una Milano oscura e piena di enigmi, con l’indagine più pericolosa della sua vita…

Ad aiutarlo, oltre all’amico Francesco Capiferro, segretario dell’Indice, e al fedele bravo Cagnolo, padre della monaca scomparsa, ci saranno la bella Margherita Basile e lo stesso Borromeo, in un avvincente thriller storico in cui, tra pratiche esoteriche e intrighi di palazzo, spiccano le figure dell’audace Margherita, croce e delizia di fra’ Girolamo, legato alla giovane da un’inconfessabile attrazione, e della misteriosa monaca murata viva in una cripta del convento di Santa Valeria per aver commesso, o aiutato a commettere, una serie di atroci delitti…

Si tratta, naturalmente, della monaca di Monza, al secolo Marianna Virginia de Leyva, la sventurata protagonista delle pagine del Manzoni che in questa cupa Milano del 1625 ritroviamo, dietro l’effimera barriera d’una apparente clausura, intenta a tessere oscuri disegni di vendetta verso chi, costringendola con la tortura a confessare i propri misfatti, le ha inflitto un’umiliazione imperdonabile per l’esponente d’una delle prime famiglie della città…

La prigione della monaca senza volto è un giallo dall’intreccio complesso e originale e un libro ricco di scene dal forte impatto visivo: le bianche dita della reclusa, un tempo bellissime e poi per sempre schiacciate e deformate dalla tortura, che spuntano strisciando dallo spioncino scavato nella roccia; la corsa nella notte di Margherita a bordo della carrozza color dell’inchiostro, e il fluido velenoso che si sprigiona dal suo anello come in un’antica storia di fate; l’inventiva sfilata di cadaveri, con quello dell’organaro incastrato e sepolto nell’organo stesso, tra uncini e cordami, mostruosa architettura di ferro e carne, e le giovani monache pietrificate nell’attimo eterno in cui le ha sorprese la morte, immerse nel sonno, il viso ancora quasi fanciullesco affondato nel guanciale, o intente in preghiera con le braccia in croce, sul corpo un tempo pulsante di vita un velo d’impalpabile muffa verdastra…

E poi duelli, fughe, inseguimenti, maschere dal lungo becco di corvo e furfanti che si dileguano volando come uccelli; crudeli mordacchie applicate sul viso di donne bellissime; le limpide voci del coro delle monache che si levano al di qua della grata che le nasconde agli occhi del mondo, e insieme quelle cantilene aspre, dissonanti, che fanno il verso alla musica sacra (e quindi alla divina musica della Creazione) suscitando il sospetto di cercare, su quelle strane, difformi frequenze, un’occulta comunicazione con il Maligno.

Editore: Einaudi
Anno: 2019

3.0Overall Score

La prigione della monaca senza volto

L'INTRECCIO COMPLESSO E ORIGINALE A FIRMA DI SIMONI Roma, anno del Signore 1625. A regnare sulla cristianità è il pontefice Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, il papa intellettuale di cui ...

  • Trama
    3.0
  • Suspense
    3.0
  • Scrittura
    3.0

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