Bolognese doc, saggista, scrittrice e insegnante, Marilù Oliva si è fatta apprezzare dal pubblico dei lettori soprattutto per la serie dedicata al personaggio dell’ispettrice Micol Medici. Grande amica de La Bottega del Giallo ha partecipato al nostro contest Lettore incontra autore in collaborazione con la pagina Facebook de I Thriller di Edvige. Questo è ciò che ci ha raccontato. 

FRANCESCA MANCINI: Ciao Marilù, con grande sensibilità e fermezza insieme, hai affrontato il tema del femminicidio ne “Le spose sepolte” e sei da sempre molto attenta alla svalutazione delle donne che in troppi campi scontano un trattamento impari. Parlarne in famiglia, a scuola, nei libri e attraverso social e media è già un ottimo mezzo per dare voce al problema ma ho la sensazione che non sia mai abbastanza. Cosa possiamo e dobbiamo fare per quelle pari opportunità che ancora oggi, nel 2020, sembrano una chimera?

Ciao Francesca e grazie. Come hai sottolineato, sicuramente è fondamentale parlarne quando possiamo e sensibilizzare le persone. Perché – per prima cosa – credo che occorra cambiare la mentalità. Il femminicidio non è solo un atto empio e feroce, ma si può attribuire a una cultura retrograda, a una modalità distorta di vivere una relazione, a una deformazione dell’amore in smania brutale di possesso. Ma prima del femminicidio, ci sono altri stadi che noi donne conosciamo bene: la svalutazione, il body shaming, il gender gap. Non sono una sociologa quindi non ho una risposta scientifica, ma ho la sensazione che questa mentalità arcaica che ancora aleggia su di noi – seppure nel corso del Novecento siano cambiate in meglio diverse cose – sia ben sedimentata. Per sconfiggerla bisogna fare un lavoro a tutto tondo e partire anche da quelle che sembrano piccole cose: come il lessico, ad esempio. Basta articoli intitolati “Delitto passionale”, ad esempio, che tendono ad alleggerire la gravità del gesto. O la fiducia nelle donne, nel loro lavoro. A partire dalle donne stesse, che talvolta sono le prime a svalutarsi e a vedere l’altra come una rivale.

CRISTINA MAZZUCCATO: Complimenti Marilù. Sto leggendo assieme ad altre letture, l’antologia Odissea che trovo davvero meravigliosa. L’idea di far parlare le donne, di raccontarla vista dalla loro prospettiva è davvero geniale. Adoro l’attenzione che hai per l’universo femminile in tutti i tuoi romanzi. Stai già lavorando a qualcosa di nuovo? Sarà sempre donna protagonista? 

Ciao Cristina e grazie per le tue parole sull’Odissea! Per ora sto leggendo molto e sto solo pensando a qualcosa di nuovo, quindi sto attraversando la fase progettuale. Penso che il fuoco sarà ancora sulle donne, sì: perché sto portando avanti un discorso che merita di essere approfondito e, dal momento che è ampio e complesso, con ogni libro aggiungo un tassello in più. La prossima, sarà una protagonista donna. Come già accadeva nei thriller, lo spazio narrativo verrà dedicato anche agli uomini, primo perché mi piace trattare la società nella sua interezza, secondo perché loro sono un ingranaggio fondamentale. Come sarebbe triste il mondo senza di loro? 🙂

DONATELLA RIZZI: Marilù, hai staccato dal thriller con l’Odissea. Il prossimo romanzo sarà sul mito o sarà un thriller e a proposito: continua la saga di MIcol Medici? 

Ciao Donatella! Il prossimo… non lo so ancora. Ora sono concentrata sulla promozione dell’Odissea, che è partita molto bene (nonostante la situazione difficile dovuta al Covid) e in cui l’editore Solferino sta credendo tanto. Ma non lascerò Micol, anche perché i diritti delle Spose Sepolte sono stati comprati per una serie TV (il che, finché non si realizza la serie, non ci dà garanzie. Però intanto un acquisto importante da parte di una grande casa di produzione è stato fatto, quindi l’intenzione di sfruttare la trama di questo libro c’è). Oltre al fatto che Micol ha ancora molti casi da risolvere e nella sua vita devono accadere diversi avvenimenti importanti.

GABRIELLA FIANO: Ciao Marilù, saltando i convenevoli (conosci la mia stima per la tua penna) e in attesa di leggere la tua Odissea, che aspetta buona buona sul comodino che finisca il mio momento nero, volevo chiederti se rileggi mai le tue opere (intendo dopo la pubblicazione, ovviamente). Mi ha sempre incuriosito il fatto che molti attori rifiutano di rivedersi e mi chiedevo cosa avvenisse col meccanismo scrittura. Rivedersi o rileggersi può considerarsi un’occasione di crescita? Grazie sempre per il tuo impegno a favore di tutte noi donne.

Carissima Gabriella, aspetto il tuo parere sull’Odissea senza fretta, quello per me è un appuntamento prezioso, lo sai! Appena uscito il libro, ho paura anche a sfogliarlo. Non tanto per la storia, che magari ho riletto allo sfinimento, quanto per i temibilissimi refusi, anche se ormai – da grande lettrice quale sono – ho capito che noi scrittori dobbiamo metterci il cuore in pace: i refusi possono capitare anche con gli editori considerati più “alti”. Poi sì, quando giunge il momento lo rileggo o ne rileggo alcune parti (anche solo perché me lo chiedono alle presentazioni) e devo dirti che provo una bella sensazione.

CASSANDRA TIELLE: Nascono prima le storie o i personaggi? E per quanto riguarda i personaggi, ti crei un’immagine di fantasia oppure ti ispiri a qualche personaggio reale e/o famoso? 

Ciao Cassandra, dipende dai libri. Nelle “Sultane” sono nate prima le tre protagoniste. Nelle “Spose Sepolte” prima la storia, nell’” Odissea” era già tutto scritto, ma ho potuto ugualmente spaziare con la fantasia, indagando nell’animo umano. Spesso i personaggi esistono già ma sono informi. Credo che, alla fine, siano un ibrido: un mix tra persone reali e fantasia, ma non dimentichiamo che anche la fantasia arriva da qualcosa che abbiamo concretamente conosciuto/letto/visto in un film: l’atto della creazione non è mai distaccato dalla realtà. La fantasia, nel mio caso, è piuttosto la varietà di combinazioni che la mente si diverte a fare.

Grazie a Marilù Oliva per aver risposto alle domande delle sue lettrici.

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