La scrittrice del momento ha incontrato i suoi lettori sulla pagina de I thriller di Edvige che le hanno posto 5 domande, ecco le sue risposte al gruppo più thrilloso del web.

Inizio subito con una domanda a brucia pelo. Senza entrare nel dettaglio per non spoilerare, come mai hai scelto una protagonista con una problematica così particolare e fuori dal comune per un ruolo così di rilievo e delicato?

Un amico stava affrontando lo stesso problema qualche anno fa e mi colpirono molto la tenacia, l’orgoglio, il sacrificio e l’amore dell’intera famiglia. Iniziai a pensare di dover dare voce a chi vive lo stesso dramma. Dal punto di vista narrativo, è stimolante mettere un personaggio che usa la mente per dare la caccia agli assassini davanti alla sfida di sentire la propria memoria sgretolarsi.

Con quale scrittore ancora vivente vorresti passare una giornata? E con quale grande autore del passato? E perché hai scelto proprio loro?

Stephen King, senza dubbio.  Adoro le sue storie, la sua scrittura, l’immaginario che ci ha donato, la capacità che ha di descrivere l’essere umano, le dinamiche sociali delle piccole comunità, la magia incorruttibile dell’infanzia…

Tra gli autori del passato, anche se è mancato da poco, Umberto Eco: sento la mancanza della sua straordinaria capacità di analisi dei tempi, dell’ironia con cui condiva le riflessioni raffinatissime, della conoscenza che sapeva rendere fruibile da tutti. Avrebbe molte cose da dire, oggi.

Quanto è forte il legame che hai con la tua terra di origine e quanta ispirazione trai da essa?

È un legame profondo, che mi nutre e nutre anche la mia immaginazione. Il Friuli Venezia Giulia è una terra poco conosciuta, ma dalle origini antiche, pagane, arcaiche. La natura è selvatica, dalle Alpi all’Adriatico si incontrano storia, cultura, paesaggi sempre differenti e fortemente evocativi. È anche una terra di confine, con tutte le sfumature, e a volte anche le ombre, che questa condizione porta con sé. È un tesoro d’ispirazione a cui attingo a piene mani. 

Tu ami molto anche la fotografia oltre che la scrittura. Come cambia la tua prospettiva quando scrivi e quando scatti una foto?

La foto che scatto è per me, sono io che voglio entrare nell’atmosfera del momento, significa dilatare le sensazioni che provo, cercare di catturarle in una sola, eterna immagine. Scrivere, invece, per me significa accompagnare per mano il lettore in un mondo che già è mio, farlo scendere fino a immergerlo in suggestioni che mi appartengono.

Se il mondo finisse domani quale libro ti piacerebbe salvare? 

Se questo è un uomo, di Primo Levi. C’è più che mai bisogno che la sua testimonianza sopravviva.

Grazie a Ilaria Tuti per il tempo concessoci.

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