Chiaroscuro

Chiaroscuro

Legato a una cordicella, si è messo al collo il Khepri, lo scarabeo egizio che Matteo gli ha regalato. Lo rigira nella mano, lo osserva e ha una sensazione strana, come se l’oggetto volesse suggerirgli qualcosa. Lui non è un veggente, non è un profeta e non è un sensitivo, ma qualche volta nella vita quotidiana gli capita di cogliere, al di là della realtà, ciò che gli altri non riescono a vedere: come una forza primordiale, che fa parte della natura e gli suggerisce un’oscura premonizione, collegabile a fenomeni o accadimenti con un nesso intuibile solo per i suoi occhi. Pietro si interroga su questo qualcosa, che in fondo gli permette di decrittare i segni che l’universo tende a mostrare in tempi e in modi non sempre identici. Nel sonno, nella fase dei sogni, situazioni improbabili si affollano tra loro e si mescolano con i ricordi e gli incubi; nella veglia, una visione, un fatto, una parola lo fanno star male in una specie di attacco di panico. Forse è quello che succede agli sciamani?

A volte la costruzione dei romanzi di successo si basa su più ingredienti o elementi, la genialità sta nell’amalgamare il tutto e offrirlo ai lettori in maniera ponderata, con picchi di suspense e pagine di
riflessione dove ci si può soffermare a prendere letteralmente fiato così da assimilare ogni notizia, ogni indizio, ogni parola.

Chiaroscuro di Tosca Brizzi, unione del nome di due autori, parte dalla presentazione del luogo del racconto, una città, Torino che è considerata da sempre una delle più misteriose di Italia. La città
industriale per eccellenza dove le famiglie del sud sono ancora molte e si portano dietro esperienze e “riti” della vita passata. Un crogiolo di usanze, cibi e personalità perennemente a cavallo tra la
cultura piemontese più radicata e gli echi del sapere del sud.

In questo contesto si ritrovano due vecchi amici di scuola, profondamente differenti tra loro e che vivono vite diverse. Pietro, pittore di professione e Mario che ora fa il dj e ama la musica sopra ogni
cosa. Il loro incontro del tutto casuale porterà i due a desiderare una rimpatriata con i vecchi amici di scuola. Grazie a contatti personali che avevano mantenuto in maniera del tutto fortuita e a una
piattaforma social, l’incontro prende forma e si arriva alla serata fatidica. Quello che i lettori scoprono pagina dopo pagina è che Pietro ha facoltà che rimandano a un mondo altro, un universo sotterraneo, inconscio, oltre il normale.

Alla festa, infatti, non si presenta la loro vecchia amica Tiziana. Pietro la vede attraverso il suo sesto senso. La ragazza è pallida, provata, circondata dagli echi della morte. L’angoscia è tale che si confida con Matteo, l’amico giornalista ritrovato insieme a Mario. E proprio Matteo sarà la chiave di volta del mistero che serpeggia nell’intero romanzo.

Chiaroscuro è un noir dai rimandi fantasy ma è complicato, in ogni caso, inserirlo davvero in un genere definito perché gli autori costruiscono a ogni pagina un risvolto diverso. Il risultato è un romanzo sociale, investigativo, enigmatico e a tratti del tutto psicologico. Un lavoro letterario completo che non delude dall’inzio alla fine. Apprezzabilissima la capacità degli autori nel costruire un linguaggio tutto loro e che spalmano letteralmente all’interno del romanzo con termini insoliti e che rimandano quasi sempre ad altro. Una costruzione linguistica confezionata su misura e che dà a Chiaroscuro quel valore aggiunto da romanzo colto, a tratti sofisticato e del tutto imprevedibile.

Anno: 2017
Editore: Golem editore

4.3Overall Score

Chiaroscuro

Legato a una cordicella, si è messo al collo il Khepri, lo scarabeo egizio che Matteo gli ha regalato. Lo rigira nella mano, lo osserva e ha una sensazione strana, come se l’oggetto volesse ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    4.0
  • Scrittura
    4.0

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